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Rabiot continua a essere un fallimento totale. E dimostra di non essere da Juventus
Disse Massimiliano Allegri che "neanche lui sa quanto sia forte". Il soggetto in questione era Adrien Rabiot ma probabilmente la domanda è rimasta in aria, senza una risposta. O almeno è l'auspicio che non sia una prova d'eccessiva e magra autoconsapevolezza del francese, che ancora una volta, ieri a Londra, s'è dimostrato non all'altezza. E non solo dei soldi che guadagna, delle premesse, delle promesse, delle speranze. Ieri ha giocato un'altra gara non da Juventus. Da giocatore non da grande squadra, di poca consistenza, di pochissimo costrutto. Di soli errori, di leggerezza, di leggerezze.
Probabilmente Rabiot si sta trasformando in uno dei più grandi abbagli di mercato del calcio italiano degli ultimi anni. Ripescando le voci e i pareri dei giorni in cui arrivò, tutti, nessuno escluso, tessero le lodi di Paratici e della sua abilità nel prenderlo a zero. Pur con un ingaggio da Pascià, perché Rabiot sembrava la Francia che stava avanzando, la grande promessa di un calcio destinato a farla da padrone. Il Paris Saint-Germain, complici anche le brame della madre-agente-consigliera, aveva poi mollato colpo e osso. Così Rabiot era stato cercato da molti e preso dalla Juventus. Applausi.
Solo che poi questi son stati quasi sempre e solo fischi. Peggio che Godot: arriverà, si farà, dimostrerà. Un'attesa di un autobus gusto e fermo, di un volo cancellato, di una nave diretta verso un altro porto. Rabiot e quelle speranze si stanno spegnendo, per questo la Juventus lo ha messo sul mercato in attesa di un'offerta. Comunque vada sarà plusvalenza, ma un puro fallimento tecnico, tattico, e anche economico considerato il grande ingaggio finora versatogli senza tornaconto tecnico. A meno che d'improvviso non s'accenda, beninteso, e costringa tutti a rivedere le sentenze. Per adesso è chiara, del doman non v'è certezza. Però questo Rabiot non è da Juventus.
Probabilmente Rabiot si sta trasformando in uno dei più grandi abbagli di mercato del calcio italiano degli ultimi anni. Ripescando le voci e i pareri dei giorni in cui arrivò, tutti, nessuno escluso, tessero le lodi di Paratici e della sua abilità nel prenderlo a zero. Pur con un ingaggio da Pascià, perché Rabiot sembrava la Francia che stava avanzando, la grande promessa di un calcio destinato a farla da padrone. Il Paris Saint-Germain, complici anche le brame della madre-agente-consigliera, aveva poi mollato colpo e osso. Così Rabiot era stato cercato da molti e preso dalla Juventus. Applausi.
Solo che poi questi son stati quasi sempre e solo fischi. Peggio che Godot: arriverà, si farà, dimostrerà. Un'attesa di un autobus gusto e fermo, di un volo cancellato, di una nave diretta verso un altro porto. Rabiot e quelle speranze si stanno spegnendo, per questo la Juventus lo ha messo sul mercato in attesa di un'offerta. Comunque vada sarà plusvalenza, ma un puro fallimento tecnico, tattico, e anche economico considerato il grande ingaggio finora versatogli senza tornaconto tecnico. A meno che d'improvviso non s'accenda, beninteso, e costringa tutti a rivedere le sentenze. Per adesso è chiara, del doman non v'è certezza. Però questo Rabiot non è da Juventus.
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