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Lazio, Atzori racconta Acerbi: “Ha superato mille difficoltà, è un esempio di vita”TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 18 novembre 2019, 13:45News
di Francesco Mattogno
per Lalaziosiamonoi.it

Lazio, Atzori racconta Acerbi: “Ha superato mille difficoltà, è un esempio di vita”

"Quell’anno alla Reggina lo vedevi subito che Acerbi era maturo, molto più rispetto all’età che aveva, appena 22enne", ha detto Atzori.

La prima squadra ad accorgersi che Francesco Acerbi fosse un predestinato è stata la Reggina. Lillo Foti presidente, Gianluca Atzori allenatore. Da Pavia a Reggio Calabria, dalla seconda divisione della Lega Pro alla Serie B. Nonostante la giovane età - Ace aveva solo 22 anni - il tecnico dei calabresi non rinuncerà mai all'attuale centrale della Lazio, che dopo quella toccata e fuga in cadetteria non calcherà più dei campi inferiori a quelli di Serie A. Milan, Chievo, Sassuolo, Lazio. Nel mezzo la malattia, la perdita di suo padre. Francesco Acerbi è un esempio di vita e proprio il suo ex allenatore, Gianluca Atzori, l'ha raccontato ai microfoni di StrettoWeb. A cominciare dal primo giorno quando i due si ritrovarono uno a fianco all'altro (per questioni di ordine alfabetico) sull'aereo che andava verso Saint-Christophe, sede del ritiro della Reggina: “É stata una chiacchierata intensa”, rivela Atzori - “Ho parlato subito con lui e mi ha confidato che il suo sogno era arrivare a giocare in Serie A e in Nazionale. Ancora ricordo quel viaggio e quando ci vediamo glielo dico sempre con il sorriso. Aveva tutte le qualità per realizzare il suo desiderio, doveva volerlo lui. E se ora è diventato un grande giocatore tutti i meriti sono suoi: è stato duro e caparbio nel superare mille difficoltà”.

GLI OSTACOLI - Atzori è un fiume in piena mentre racconta la storia del suo ex pupillo: “Sono contento per lui, sappiamo che il percorso che ha dovuto affrontare per arrivare ai vertici del calcio nazionale è stato difficile, peggio di scalare una montagna. Ha dovuto affrontare la malattia, la morte del padre, ostacoli enormi per un ragazzo della sua età. Sono felice che ce l’abbia fatta perché è la dimostrazione di quanto la tenacia e la volontà ti premino sempre. Lui è stato fantastico, gli faccio i complimenti più sentiti perché è un esempio da portare avanti. I principi che ha Francesco sono la forza di un uomo: viene da una famiglia straordinaria, che ho conosciuto, la sua base in termini di valori era molto forte”. Non solo la vita, anche la carriera gli ha riservato qualche brutto colpo: “Quell’anno alla Reggina lo vedevi subito che il ragazzo era maturo, molto più rispetto all’età che aveva, appena 22enne. Poi ha fatto il grande salto, è andato incontro a delle difficoltà ma ha avuto la fortuna di capitare a Sassuolo: lì è riuscito a realizzarsi. Si è trovato nell’ambiente ideale per un calciatore, così ha conquistato serenità e consapevolezza della sua forza grazie a una società forte come quella del Presidente Squinzi e a un allenatore come Di Francesco, che sa lavorare molto bene sui giovani e che gli ha fatto ricevere la stima dei compagni. È stato un percorso fondamentale per lui dopo le batoste di Milan e Chievo che lo avevano destabilizzato”.

LAZIO E NAZIONALE - Adesso Acerbi ha completato il suo percorso di maturazione: “A Sassuolo ha ritrovato se stesso, la tranquillità di quel posto gli ha consentito di esprimere tutta la propria forza. Ora è maturato anche a livello anagrafico. L'esperienza fatta gli ha consentito di arrivare alla Lazio, diventando un baluardo dei biancocelesti e un giocatore in grado di prendere per mano persino la Nazionale. Così quel ragazzino che quel giorno Lillo Foti mi ha messo accanto sull’aereo del ritiro amaranto, si è trasformato in un uomo capace di mostrarci prodezze come quella dell’altra sera in TV (si riferisce al gol contro la Bosnia, ndr), conclude Atzori.

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