Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / lazio / News
Mihajlovic: "Sto vincendo la battaglia, ma non sono un eroe"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 18 gennaio 2020, 06:45News
di Francesco Mattogno
per Lalaziosiamonoi.it

Mihajlovic: "Sto vincendo la battaglia, ma non sono un eroe"

La battaglia di Sinisa Mihajlovic contro la leucemia ha unito tutto il mondo del calcio. Stretto in un unico abbraccio di solidarietà verso il serbo, che oggi - seppur con cautela - può ricominciare a sorridere. Il trapianto di midollo osseo sta andando bene, le sensazioni sono positive. L'ex Lazio ne ha parlato a Verissimo, trasmissione di Canale 5, questo pomeriggio: Per ora sto vincendo la battaglia, anche se devo fare attenzione. Sta andando tutto bene, non sto più prendendo il cortisone e questo è importante. Sono passati 78 giorni dal trapianto di midollo osseo e i primi 100 giorni sono i più critici. Poi dopo è tutto in discesa, bisogna avere pazienza ancora per una ventina di giorni ma superarli sarebbe già un bel traguardo. Sono molto contento, non ci sono state complicazioni gravi e va benissimo così”

IL MOMENTO PIU' CRITICO - “Ho fatto tredici chemioterapie in cinque giorni, ma già dopo il terzo avevano annientato tutto. Il primo ciclo è stato il più pesante, mi sono venuti anche degli attacchi di panico che non avevo mai avuto perché ero chiuso in una stanza con l’aria filtrata: non potevo uscire e stavo impazzendo. Volevo spaccare la finestra con una sedia, poi mia moglie e alcuni infermieri mi hanno fermato, mi hanno fatto una puntura e mi sono calmato”. 

L'AFFETTO DELLA GENTE - “Non penso di essere un eroe, sono un uomo normale con pregi e difetti. Ho solo affrontato questa cosa per come sono io, ma ognuno la deve affrontare come vuole e può. Nessuno deve vergognarsi di essere malato o di piangere. L’importante è non avere rimpianti e non perdere mai la voglia di vivere e di combattere. Ho sentito tantissima vicinanza da gente famosa e da gente normale, anche con gli striscioni negli stadi. Prima ero uno che divideva, con questo problema ho unito tutti. Hanno guardato l’uomo più che l’allenatore e questo era l’importante”.

LAZIO, LE ULTIME DA FORMELLO

LAZIO, GLI ANTICIPI E I POSTICIPI FINO ALLA 30ª GIORNATA

TORNA ALLA HOMEPAGE

Pubblicato il 17/01 alle ore 19:30