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Costa: "Stadi al 100% in primavera, è il nostro obiettivo. Ok ai ristori per il calcio"
Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, ha concesso una lunga intervista a "La politica nel pallone" su Gr Parlamento nel corso della quale ha trattato tutti i temi caldi inerenti al mondo del calcio italiano: "Pubblico al 50% dal 6 febbraio? L'obiettivo non può altro che essere quello di tornare al 100%, vorrebbe dire davvero essere arrivati alla fase endemica del virus e dunque ad una convivenza con esso. Dovremo ragionarne alla ripresa del campionato a febbraio. Considerato che mancano circa 20 giorni e che vengono effettuati mezzo milione di vaccini al giorno, vorrebbe dire avere 37 milioni di italiani con la terza dose e dunque è ragionevole pensare che possa essere un obiettivo raggiungibile. Dobbiamo anche pensare di premiare i cittadini vaccinati, visto che sono stati molti quelli responsabili e disponibili. L'obiettivo è arrivare a convivere col virus e se i dati continueranno a migliorare, ipotizzare un ritorno totale è l'obiettivo che ci dobbiamo dare. La pandemia ci ha spesso abituati a cambi di scenari continui ma siamo all'inizio di un percorso che ci porterà alla convivenza col Covid". Poi parlando dei ristori richiesti dal mondo del calcio: "Stiamo parlando di un comparto economico che ha sofferto pur collaborando per accettare tutte le regole che hanno reso complicato la prosecuzione dell'attività da parte delle società sportive. Mi sento dunque di ringraziare il mondo del calcio italiano. Sui ristori, è normale che anche questo settore abbia bisogno di sostegno. I 5mila spettatori per queste due giornate sono stati una scelta della Lega che noi abbiamo condiviso. Non esiste un manuale per gestire una tale emergenza. Noi dobbiamo proseguire per gradi, ma dobbiamo dare anche delle prospettive per i cittadini, soprattutto per chi si è vaccinato". Altro tema, quello del protocollo e dell'obbligo vaccinale: "Il nuovo protocollo per il Coronavirus è un fatto assolutamente positivo. Un risultato che arriva da un percorso condiviso anche con Regioni, Lega calcio, Ministro della Salute e tutto il Governo. C'era bisogno di chiarezza per dare risposte omogenee su tutto il territorio nazionale. Oggi gli atleti possono praticare attività solo se vaccinati o guariti dal Covid. Il messaggio è che dobbiamo continuare a vaccinarci e sono contrario a ogni tipo di deroga. Non ci possiamo permettere passi indietro, dobbiamo vaccinarci". Infine un breve commento anche su quanto accaduto a Djokovic: "È stata una brutta pagina e un cattivo esempio. I campioni dovrebbero aiutarci a comunicare in un momento come questo e convincere i cittadini che sono ancora scettici visto che hanno un effetto particolare sui propri tifosi".
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