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Lo scambio Icardi-Dybala stenta a decollare. Da sei mesi
Il giorno dopo la decisione, da parte dell'Inter, di mettere fuori rosa Mauro Icardi - arrivata con un tempismo d'altri tempi, a mercato chiuso, la prima settimana di febbraio - il leit motiv è stato abbastanza semplice. Paulo Dybala è molto stimato da Giuseppe Marotta, le valutazioni dei due sono molto vicine, a sensazione è uno scambio che si potrebbe fare. E per qualche tempo, un paio di settimane, sembrava che i margini ci fossero, con l'Inter che provava a ricucire con Maurito, tanto da costringere Spalletti a inserirlo (dopo una mancata convocazione).
LO SCAMBIO STENTA A DECOLLARE - Il problema è che con l'andare delle settimane la Juventus ha capito di potere tirare la corda. Icardi ha cambiato la sua strategia ("Sono molto contento di rimanere all'Inter", detto dalla bocca dell'agente-moglie Wanda Nara) e di fatto si è deprezzato sensibilmente, anche perché i gol non sono stati poi così tanti. Per questo le carte in tavolo sono cambiate: "Dybala costa 80 milioni, valutiamo Icardi solamente 50, ci dovete dare la differenza". Piccati all'Inter che, però, sa che Icardi non vuole andare in Premier (e non ci è andato), potrebbe scegliere il Napoli, non vorrebbe la Roma perché ha un tetto salariale di 5 milioni e deve vendere Dzeko. All'Inter, fra l'altro.
PARENTI SCONTENTI - Nella giornata di ieri c'è stato un tira e molla fra Dybala e la Juventus. L'apertura al Tottenham è dovuta a due situazioni: Pochettino in panchina, in primis. Poi la sensazione di essere un pacco postale, dopo la scelta di dire di no al Manchester United. Sta di fatto che c'è sempre una terza parte - Pierpaolo Triulzi - che deve dare il placet per un'eventuale trattativa. Quasi impossibile, con i tempi stretti dell'ultimo giorno, farlo con gli Spurs. Più semplice con Paris Saint Germain o, appunto, l'Inter.
DUE PROBLEMI IN UNO - Così diversi ma così vicini, Dybala e Icardi. Perché tutti e due sono scontenti, hanno rifiutato la destinazione inglese, vorrebbero uno la situazione dell'altro. Se le cose dovessero sbloccarsi, ma i rapporti sono freddini e tesissimi, sarebbe una cosa buona per entrambe le società. Ma la Juventus ha due problemi: uno, troppi attaccanti. Due, troppe spese. E la necessità di una plusvalenza altissima, più dei 40 milioni da valutazione di Icardi. Saranno venti giorni di fuoco per Fabio Paratici che rischia, seriamente, di incartarsi. Anche perché, alla fine, Mandzukic è rimasto.
LO SCAMBIO STENTA A DECOLLARE - Il problema è che con l'andare delle settimane la Juventus ha capito di potere tirare la corda. Icardi ha cambiato la sua strategia ("Sono molto contento di rimanere all'Inter", detto dalla bocca dell'agente-moglie Wanda Nara) e di fatto si è deprezzato sensibilmente, anche perché i gol non sono stati poi così tanti. Per questo le carte in tavolo sono cambiate: "Dybala costa 80 milioni, valutiamo Icardi solamente 50, ci dovete dare la differenza". Piccati all'Inter che, però, sa che Icardi non vuole andare in Premier (e non ci è andato), potrebbe scegliere il Napoli, non vorrebbe la Roma perché ha un tetto salariale di 5 milioni e deve vendere Dzeko. All'Inter, fra l'altro.
PARENTI SCONTENTI - Nella giornata di ieri c'è stato un tira e molla fra Dybala e la Juventus. L'apertura al Tottenham è dovuta a due situazioni: Pochettino in panchina, in primis. Poi la sensazione di essere un pacco postale, dopo la scelta di dire di no al Manchester United. Sta di fatto che c'è sempre una terza parte - Pierpaolo Triulzi - che deve dare il placet per un'eventuale trattativa. Quasi impossibile, con i tempi stretti dell'ultimo giorno, farlo con gli Spurs. Più semplice con Paris Saint Germain o, appunto, l'Inter.
DUE PROBLEMI IN UNO - Così diversi ma così vicini, Dybala e Icardi. Perché tutti e due sono scontenti, hanno rifiutato la destinazione inglese, vorrebbero uno la situazione dell'altro. Se le cose dovessero sbloccarsi, ma i rapporti sono freddini e tesissimi, sarebbe una cosa buona per entrambe le società. Ma la Juventus ha due problemi: uno, troppi attaccanti. Due, troppe spese. E la necessità di una plusvalenza altissima, più dei 40 milioni da valutazione di Icardi. Saranno venti giorni di fuoco per Fabio Paratici che rischia, seriamente, di incartarsi. Anche perché, alla fine, Mandzukic è rimasto.
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