Premessa d'obbligo: non si vuole affermare che il mercato della
Lazio sia stato il migliore e perfetto, perché può e deve essere soggetto a critiche costruttive. Ma è sbagliato pensare che le cause principali delle due sconfitte per 2-1 contro
Spal e
Cluj siano da ricercare in un mercato poco movimentato in entrata. Sarebbe troppo facile e riduttivo. Si cadrebbe in un doppio errore. In primis perché la Lazio, con i giocatori che ha, è superiore agli avversari affrontati questa settimana. Avrebbe avuto bisogno di nuovi e altri acquisti per vincere a Ferrara o in Romania? No. Al 'Mazza' dalla panchina sono entrati
Milinkovic e
Correa, per distacco migliori di Strefezza e Sala, due dei cambi di Semplici. Per non parlare poi di chi era in campo:
Murgia, per esempio, alla Lazio ha trovato pochissimo spazio e Berisha, in porta, è il secondo di
Strakosha in Nazionale. Lo dimostrano anche i primi tempi giocati dai biancocelesti, passati entrambe le volte in vantaggio a inizio gara e poi rimontati nella ripresa. Non è questione di rosa lunga o rosa corta, semmai di un atteggiamento poco idoneo a questi livelli. La tesi dei pochi arrivi in estate quindi non regge. Almeno per adesso e per spiegare questi due ko consecutivi. Poi è chiaro che alla lunga la questione tornerà d’attualità perché per arrivare in Champions servirebbe una rosa più lunga o omogenea possibile: non ci nascondiamo che alla Lazio manca qualche elemento, ma è un altro discorso.
Sarebbe limitante prendersela solo con il (non) mercato, perché - e qui tocchiamo il secondo punto - quest'accusa diventerebbe un alibi per i calciatori. Scenario sbagliatissimo, in quanto le maggiori responsabilità di questa situazione sono proprio le loro. A Ferrara, dopo lo 0-1 di Immobile, hanno cominciato a sprecare occasioni, tanto erano sicuri di essere superiori e quindi di ottenere i tre punti. Quasi per inerzia. L’eccessiva sicurezza invece ha avuto l’effetto opposto. “Sono inaccettabili gli ultimi 20 minuti giocati contro la Spal”, ha sentenziato ieri il ds Tare prima della batosta europea, in cui il copione è stato lo stesso. Vantaggio e poi crollo: mentale e di conseguenza fisico e tecnico. Questa Lazio non sarà la favorita per vincere l’Europa League, né per lottare per lo Scudetto. Ha limiti evidenti e in fase di mercato magari Lotito avrebbe potuto fare uno sforzo in più. Ma da qui ad affermare che la colpa delle ultime due sconfitte sia in questo mancato sforzo della società passa tanto. Basta alibi: per Inzaghi, i giocatori e anche per il club nel suo complesso. Perché il problema non sono tanto le due sconfitte in sé, ma il modo in cui sono arrivate.