Paratici e Nedved ci avevano visto giusto: Inzaghi è da top club
"Inzaghi o Sarri? Valutazioni in corso, non abbiamo fretta. Non sarà semplice, sappiamo che questo ciclo non si ripeterà. Sarà ancora più difficile”, diceva Nedved, il vice presidente bianconero, durante l'evoluzione della vicenda, il cui epilogo ormai è noto: Sarri arriva a Torino e Inzaghi rinnova con la Lazio.
Passa l’estate, comincia il campionato e arriva il Natale, che porta sotto l’albero biancoceleste la Supercoppa di Riyad e il 3° posto in campionato. Col senno di poi, possiamo con certezza affermare che Nedved e Paratici abbiano avuto un'intuizione giusta intravedendo in Simone Inzaghi il potenziale per allenare un top club europeo. Se prima c’erano dei dubbi, adesso non ce ne sono più: la Lazio gioca bene, diverte, affascina e soprattutto vince. Nel 2019 ha conquistato due trofei e in campionato ha messo di fila 8 successi consecutivi, arrivando potenzialmente a -3 dalla vetta della classifica se dovesse vincere il recupero con l’Hellas Verona. Il merito è di tutti, ma soprattutto dell’allenatore piacentino, capace di crescere e maturare sotto ogni aspetto: tecnico, tattico, mediatico e nella mentalità. Se prima dava l’impressione di essere destinato a diventare un grande allenatore, adesso lo si può già considerare come tale. Se fosse andato alla Juventus a giugno, probabilmente avrebbe avuto delle difficoltà a gestire l’eredità di Allegri, come le sta avendo Sarri. Per lui, per la sua carriera e anche per la Lazio è un bene che sia rimasto nella Capitale, ma è oggettivo e innegabile che il duo bianconero ci abbia visto in maniera corretta.. Proprio come Lotito anni fa, perché il destino - dal caso Bielsa in poi - sembra essere tutto dalla parte di Simone Inzaghi. Che non dovrà essere considerato più un giovane interessante in rampa di lancio, ma un allenatore affermato e di sicuro affidamento.