Le grandi trattative della Lazio - 2008, c'è Zarate: l'unico sbaglio ammesso da Lotito
Nel pre campionato fa intravedere le sue qualità, ma la coppia titolare di Delio Rossi rimane Rocchi-Pandev. Rocchi però si fa male e il destino vuole che alla prima giornata sia Zarate a giocare dal 1’. Così pronti via fa subito 2 gol all’esordio a Cagliari e si ferma più. Non lo prendono mai, sembra onnipotente ‘Maurito’ quella stagione. Segna in ogni modo (16 totali), da ogni posizione e contro qualsiasi avversario.
Memorabile il gol nel derby sotto l’incrocio, così come quello nella finale di Coppa Italia di quell’anno contro la Sampdoria. Se dopo una stagione così, Lotito, che non aveva tante simpatie tra la tifoseria, non l’avesse acquistato a titolo definitivo ci sarebbe stata una rivolta cittadina. Non si ha la controprova, ma sarebbe andata così. Nessuno avrebbe mai immaginato che l’incantesimo si sarebbe spezzato di lì a poco, perché Zarate si perde, non vince più un uno contro uno, non calcia più in porta. Ne risente anche la Lazio, che finisce in zona retrocessione. L’aria si fa pesante e l’argentino sembra soffocare. In tre anni realizza 33 gol e 23 assist, poi nell’agosto del 2011 va all’Inter in prestito con diritto di riscatto. Torna nell’estate seguente, ma a dicembre 2012 viene messo fuori rosa per motivi comportamentali. È la fine del rapporto, perché fa causa alla Lazio di Lotito per mobbing. Il Collegio Arbitrale dà ragione alla società, ma Zarate non molla e torna in Argentina per firmare un contratto col Velez. Si rivolge alla Fifa, che si schiera dalla parte di quel giocatore che rimane l’unico sbaglio ammesso da Lotito negli ultimi anni.