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Le grandi trattative della Lazio - 2008, c'è Zarate: l'unico sbaglio ammesso da LotitoTUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
lunedì 23 marzo 2020, 18:30Serie A
di Riccardo Caponetti

Le grandi trattative della Lazio - 2008, c'è Zarate: l'unico sbaglio ammesso da Lotito

Di lui Lotito dirà: “Un acquisto che non rifarei? Il riscatto di Zarate a 22 milioni”. Se di solito nelle storie si comincia dell’inizio, in quella di Zarate alla Lazio si parte dalla fine, perché lui è uno dei pochi, se non l’unico, errore ammesso dal presidente biancoceleste: “Ero all’Inizio e dovevo fare degli investimenti per dare un segnale di crescita. Non è stata una scelta oculata per quello che si è rivelato dal punto di vista comportamentale”. Ma era impossibile non riscattare nell’estate del 2009 il suo tesserino, preso in prestito a 3 milioni il luglio precedente. Al suo arrivo a Roma non lo conosceva nessuno, ma si porta dietro l’etichetta del baby fenomeno. Quella di un giocatore in grado di segnare nel 2007 il gol decisivo nella finale del Mondiale U20: in una squadra, quella Argentina, che aveva in rosa elementi come Di Maria e Aguero.

Nel pre campionato fa intravedere le sue qualità, ma la coppia titolare di Delio Rossi rimane Rocchi-Pandev. Rocchi però si fa male e il destino vuole che alla prima giornata sia Zarate a giocare dal 1’. Così pronti via fa subito 2 gol all’esordio a Cagliari e si ferma più. Non lo prendono mai, sembra onnipotente ‘Maurito’ quella stagione. Segna in ogni modo (16 totali), da ogni posizione e contro qualsiasi avversario.

Memorabile il gol nel derby sotto l’incrocio, così come quello nella finale di Coppa Italia di quell’anno contro la Sampdoria. Se dopo una stagione così, Lotito, che non aveva tante simpatie tra la tifoseria, non l’avesse acquistato a titolo definitivo ci sarebbe stata una rivolta cittadina. Non si ha la controprova, ma sarebbe andata così. Nessuno avrebbe mai immaginato che l’incantesimo si sarebbe spezzato di lì a poco, perché Zarate si perde, non vince più un uno contro uno, non calcia più in porta. Ne risente anche la Lazio, che finisce in zona retrocessione. L’aria si fa pesante e l’argentino sembra soffocare. In tre anni realizza 33 gol e 23 assist, poi nell’agosto del 2011 va all’Inter in prestito con diritto di riscatto. Torna nell’estate seguente, ma a dicembre 2012 viene messo fuori rosa per motivi comportamentali. È la fine del rapporto, perché fa causa alla Lazio di Lotito per mobbing. Il Collegio Arbitrale dà ragione alla società, ma Zarate non molla e torna in Argentina per firmare un contratto col Velez. Si rivolge alla Fifa, che si schiera dalla parte di quel giocatore che rimane l’unico sbaglio ammesso da Lotito negli ultimi anni.