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Lazio, all-in tra Lecce e Sassuolo: la settimana decisiva per i biancocelesti
Quella salentina è l'ultima spiaggia. La Lazio è obbligata a vincere oggi contro Lecce (e sabato contro Sassuolo) e sperare che la Juventus possa perdere punti contro Milan e Atalanta. La sconfitta di sabato contro il Milan ha riportato i biancocelesti con i piedi per terra, rendendo più complicato il sogno scudetto, per il quale saranno determinanti le due prossime giornate. È a un bivio, la squadra di Inzaghi. Perché se dovesse andare come sperano a Formello, tutto tornerà a essere messo in discussione e lo scontro diretto del 20 luglio potrebbe tornare ad assumere un valore encomiabile.
Ma guai a pensare troppo in là, perché oggi la trasferta di Lecce (che si gioca la salvezza) vale una finale. Inzaghi alla vigilia ha sottolineato la pericolosità dei giallorossi del suo amico ed ex compagno Liverani ("che gioca bene e ci ha messo in difficoltà all'andata"), ribandendo quale sia l'obiettivo attuale e primario: conquistare l'aritmetica qualificazione in Champions, distante 4 punti. Ha cercato di togliere pressione, da ottimo gestore e allenatore qual è, ma è innegabile che ci siano stati più musi lunghi nello spogliatoio in queste due settimane che in tutti i mesi precedenti: prima del Covid i biancocelesti avevano perso una sola volta in campionato, a settembre, mentre dalla ripartenza le sconfitte sono già due (Atalanta e Milan).
A livello di infermeria continuano ad alternarsi notizie positive (il rientro di Milinkovic e Luiz Felipe su tutti) a cattive (la lesione al collaterale di Correa). Ma ciò che più conterà oggi è capire la reazione mentale della squadra, cresciuta tantissimo sotto l'aspetto della personalità e del carattere. "Senza pensare ai risultati degli altri, ma solo a se stessa", come chiesto da mister Inzaghi. Così contro il Lecce sono vietati passi falsi: la Lazio dovrà fare il suo e poi sperare, per tenere accesa la flebile speranza di rivedere, almeno in lontananza, la vetta bianconera.
Ma guai a pensare troppo in là, perché oggi la trasferta di Lecce (che si gioca la salvezza) vale una finale. Inzaghi alla vigilia ha sottolineato la pericolosità dei giallorossi del suo amico ed ex compagno Liverani ("che gioca bene e ci ha messo in difficoltà all'andata"), ribandendo quale sia l'obiettivo attuale e primario: conquistare l'aritmetica qualificazione in Champions, distante 4 punti. Ha cercato di togliere pressione, da ottimo gestore e allenatore qual è, ma è innegabile che ci siano stati più musi lunghi nello spogliatoio in queste due settimane che in tutti i mesi precedenti: prima del Covid i biancocelesti avevano perso una sola volta in campionato, a settembre, mentre dalla ripartenza le sconfitte sono già due (Atalanta e Milan).
A livello di infermeria continuano ad alternarsi notizie positive (il rientro di Milinkovic e Luiz Felipe su tutti) a cattive (la lesione al collaterale di Correa). Ma ciò che più conterà oggi è capire la reazione mentale della squadra, cresciuta tantissimo sotto l'aspetto della personalità e del carattere. "Senza pensare ai risultati degli altri, ma solo a se stessa", come chiesto da mister Inzaghi. Così contro il Lecce sono vietati passi falsi: la Lazio dovrà fare il suo e poi sperare, per tenere accesa la flebile speranza di rivedere, almeno in lontananza, la vetta bianconera.
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