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La rivalutazione del mercato estivo passa dall'immobilismo su quello invernale. Giusto non perdere il valore patrimoniale dei giocatori regalandoli. Domani un CdA importante per il rifinanziamentoTUTTO mercato WEB
© foto di Pietro Mazzara
lunedì 15 gennaio 2018, 00:00Editoriale
di Pietro Mazzara
per Milannews.it

La rivalutazione del mercato estivo passa dall'immobilismo su quello invernale. Giusto non perdere il valore patrimoniale dei giocatori regalandoli. Domani un CdA importante per il rifinanziamento

Mancano 16 giorni alla fine di questa finestra di mercato che, complice il calcio sotto le feste e l’annunciata inoperosità (per ora) del Milan, sta passando via in sordina. La pausa, poi, ha riacceso qualche focolaio, ma per lo più in uscita. Constatato che in entrata il Milan difficilmente farà qualcosa, assume sempre più importanza la campagna acquisti estiva. Giusto o sbagliato che sia, la dirigenza ha deciso di non sbugiardare le scelte fatte tra giugno, luglio e agosto ed ha indicato nella fine della stagione in corso la linea di demarcazione per capire chi ha reso, chi può avere un’altra chance o chi verrà rimesso in vendita. Massimiliano Mirabelli però non ha perso le care vecchie abitudini e nell’ultimo week-end è stato in Germania per andare a vedere da vicino diversi giocatori, ma soprattutto per intrattenere rapporti con i dirigenti di quei club dai quali, in estate, il Milan potrebbe provare ad attingere volti nuovi.

Tutto però dipenderà da quello che succederà in aprile all’UEFA per il Settlement Agreement. In base a quelle che saranno le sanzioni, il Milan capirà il suo margine di operatività, sia in entrata sia in uscita. Ed è su questo punto che la nuova gestione sta agendo diversamente rispetto al passato. Perché ora, chi vuole un giocatore del Milan, deve presentarsi con moneta sonante. Finiti i tempi in cui, pur di liberarsi di un ingaggio, si rinunciava al valore patrimoniale del cartellino. L’esempio lampante sono le discussioni con il Boca Juniors per Gustavo Gomez. Gli argentini hanno formulato una proposta complessiva, tra prestito oneroso a 18 mesi e riscatto, da 5,5 milioni. Il Milan vuole alzare la parte del riscatto per poter generare una plusvalenza più alta. Una tattica necessaria, perché così facendo i conti potranno essere più floridi e i parametri dell’Uefa soddisfatti con più facilità. Tuttavia rimane evidente il fatto di come serva una programmazione attenta e fruttifera sia a livello economico sia tecnico per poter permettere alla società e alla squadra di crescere. Il Milan non può e non deve essere una compagine di contorno, né in Italia né in Europa.

Ma non bisogna aver fretta. Perché la Juventus di oggi non è stata costruita in un anno, ma è passata attraverso due settimi posti e campagne acquisti fallimentari. In quello stesso periodo, però, si è solidificata la parte societaria, Marotta e Paratici hanno indovinato le scelte di Conte e di alcuni giocatori che, di fatto, hanno cambiato la storia degli ultimi sei anni calcistici. Serviranno questi fattori, unitamente a qualche risultato intermedio che dia entusiasmo, per aiutare Gattuso a tenersi la panchina del Milan (con il fantasma di Conte che torna ad aleggiare) e all’ambiente a crescere.

Domani, poi, sarà una tappa importante con il CdA del club dal quale potrebbero emergere novità importanti sul rifinanziamento del debito. La banca d’affari americana Jefferies avrebbe presentato un piano che comprenderebbe sia il debito del Milan sia quello di Li Yonghong. Non rimane che attendere e sperare che le acque si calmino.