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tmw / milan / Editoriale
C’è un nuovo rischio sul futuro Milan. Mandare al macero tutto il lavoro fattoTUTTO mercato WEB
giovedì 26 aprile 2018, 00:00Editoriale
di Franco Ordine
per Milannews.it

C’è un nuovo rischio sul futuro Milan. Mandare al macero tutto il lavoro fatto

Adesso c’è un rischio concreto per il Milan. E consiste nel disperdere tutto ciò che di buono ha realizzato con l’avvento di Gattuso lungo il tragitto che porta alla finale di coppa Italia e al termine del torneo. Non sarà facile ricaricare le pile in un gruppo che ha mostrato evidenti segnali di cedimento fisico e che in qualche circostanza (Benevento) ha aggiunto a quelle crepe anche superficialità e scarsa motivazione. Il rischio evidente è quello, in caso di altri passi falsi e risultati deludenti, di mandare tutto al macero e ricominciare da zero. Un primo evidente indizio è già avvenuto con le voci che hanno riguardato Mirabelli il ds, già finito nel mirino di critica e tifosi, ai tempi di Montella quando il suo mercato fu messo sotto processo. Il lavoro di Rino l’ha in parte riqualificato senza riuscire però a cancellare tutte le ombre che hanno accompagnato e scandito le prove di Rodriguez e Kalinic, di Borini e Andrè Silva, persino il rendimento di Kessiè.

Il rischio è rottamare l’ultimo mercato mentre un’intelligente conservazione del gruppo con l’aggiunta di poche e mirate pedine, capaci di colmare i limiti oggettivi del Milan attuale, rappresenterebbero la risposta giusta alle attuali insoddisfazioni. La fretta nel decidere, in un senso o in un altro, può portare a effetti deleteri. Per esempio: anche sul fronte della riconferma di Rino Gattuso, accelerare i tempi fino poi a prolungare l’intesa al 2021 sarà stata anche una scelta ponderata ma poteva tranquillamente essere rinviata di qualche settimana in modo da avere a disposizione maggiori elementi di valutazione. 

Nella storia berlusconiana del Milan, i migliori risultati sono arrivati in coincidenza di pochi ritocchi e una conferma della guida tecnica. Il trentennio è stato scandito in definitiva da 4 cicli: il primo di Arrigo Sacchi, il secondo di Capello, il terzo di Ancelotti, il quarto di Max Allegri che è finito –si ricorderà- per via delle turbolenze intervenute all’interno del club. Non solo ma la catena di comando rossonera fu la stessa per quasi 31 anni con Adriano Galliani in cima alla piramide e a scendere Ariedo Braida e Silvano Ramaccioni. Anche la reazione del gruppo ha da essere valutata. Perché nelle difficoltà si tempera il carattere del team. E negli alti e bassi di una stagione si valutano le capacità del tecnico di allacciare o slacciare le cinture di sicurezza. Infine non va dimenticato un altro decisivo particolare: il passaggio verso il futuro è rappresentato dalle vicende economiche-finanziarie dell’azionista e dalla capacità di rifinanziare il debito o trovare un socio adeguato.