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Sei domande alle quali Yonghong Li dovrebbe rispondere per fare chiarezza sulla sua figura. La prova di forza dell'aumento di capitale, con Elliott che osserva una situazione sempre più difficileTUTTO mercato WEB
© foto di Pietro Mazzara
lunedì 28 maggio 2018, 00:00Editoriale
di Pietro Mazzara
per Milannews.it

Sei domande alle quali Yonghong Li dovrebbe rispondere per fare chiarezza sulla sua figura. La prova di forza dell'aumento di capitale, con Elliott che osserva una situazione sempre più difficile

Per giorni, quasi si snasasse nell’aria, qui su MilanNews.it abbiamo spesso legato i temi di mercato alle sanzioni dell’Uefa in materia di fair play finanziario. Purtroppo per il Milan, per i suoi tifosi e anche per noi, la stangata della mancata concessione del settlement agreement è stata durissima, come una sprangata sui denti. Il problema, come noto, è legato alla proprietà del club sulla quale è giusto porre la lente d’ingrandimento. Siamo arrivati alla fine della corsa per Yonghong Li, è giunto il momento di tirare giù la maschera e fare chiarezza – una volta per tutte – su chi sia il presidente e proprietario del Milan.

1) Ha i soldi per poter garantire una continuità aziendale al club?

2) Ha qualcuno alle spalle?

3) Perché non si è mai fatto vedere all’Uefa, delegando il tutto a Fassone e Han Li se il problema era proprio lui?

4) Che idea si è fatto della finale di Coppa Italia?

5) Cosa pensa dell’operato dei suoi dirigenti?

 6) Elliott che garanzie ha avuto sul rientro del prestito elargito per il closing?

Tutte domande che resteranno inevase, perché Yonghong Li, da quando è presidente del Milan, non ha mai affrontato i giornalisti italiani in conferenza stampa, ma si è sempre limitato a situazioni auto prodotte senza contraddittorio. I limiti linguistici potrebbero essere una risposta, ma sarebbe un falso problema visto che esistono fior fiore di interpreti.

Marco Fassone, almeno lui la faccia ce l’ha sempre messa, ci ha spiegato dopo l’ultimo CdA come il problema legato ai dubbi dell’Uefa sia sempre stato quello relativo alla proprietà e non al club. L’ad milanista, per la prima volta, ha scisso i problemi, chiarendo come il Milan in quanto club avrebbe avuto le credenziali per ottenere un settlement agreement con sanzioni simili a quelle dell’Inter, ma che sono i problemi di credibilità della holding ad aver indotto l’Uefa a prendere una decisione storica. E sia chiaro, l’Uefa non è brutta, cattiva e politicamente contro il Milan, perché un club come il Milan serve all’Uefa per brand, storia e anche a livello tecnico. L’Uefa vuole vederci chiaro e se dovesse arrivare, come temuto da tutti, l’esclusione dall’Europa League, sarà inevitabile certificare i dubbi su Yonghong Li che tutti, anche sui social, vogliono che esca allo scoperto. In più, il fatto che sia stato chiamato un consistente aumento di capitale, potrebbe essere la prova del fuoco per lui, con Elliott che potrebbe entrare in scena con nuovi fondi, di fatto entrando in controllo del club.

Sarebbe bello parlarvi di Milan per il mercato e per faccende più normali. Sarebbe bello non dover aprire giornali economici per leggere cosa succede. Già sarebbe bello.