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Licari: "I 7 giorni a Giampaolo e le colpe di tutti"TUTTO mercato WEB
© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS
lunedì 30 settembre 2019, 23:25News
di Enrico Ferrazzi
per Milannews.it

Licari: "I 7 giorni a Giampaolo e le colpe di tutti"

Fabio Licari, sulle colonne della Gazzetta dello Sport, ha commentato così la crisi del Milan: "Dev’essere terribile per il Milan sprofondare impotente nel gelido vuoto di San Siro, guardare da lontano Inter e Juve che si sfidano per il primato e doversi invece preoccupare per una specie di spareggio-retrocessione con il Genoa. Dev’essere terribile interrogarsi già alla sesta giornata se licenziare un allenatore che non sembra il primo colpevole, ma che di responsabilità ne ha indiscutibilmente tante anche lui ed è ormai appeso a un filo. A Giampaolo sono stati concessi i 'sette giorni' prima di un’eventuale, ennesima, rivoluzione che coinciderebbe con la sosta per le nazionali. Giampaolo è sembrato trasfigurato nello sguardo, come se un oceano in tempesta lo scuotesse da dentro: impossibile non provare umana empatia per lui, anche da parte del tifoso rossonero più infuriato per una situazione che si sapeva che sarebbe stata dura, ma non così dura. Non poteva che difenderlo Paolo Maldini il quale l’ha scelto per la rinascita, ma il calcio ha poca riconoscenza e ancora meno pazienza. Un gioco delle parti che tutti i protagonisti ben retribuiti conoscono bene. E una partenza così disastrosa - con quattro sconfitte nelle prime sei giornate - non succedeva dall’anteguerra, letteralmente s’intende: dalla stagione 1938-39. Ere geologiche fa. Giampaolo forse non potrà dimostrare l’assioma che 'il tempo è il miglior alleato'. Le cause della crisi hanno origini lontanissime e vanno condivise tra tutti, da Elliot all’ultimo della panchina.

Il Milan oggi è allo sbando psicologico, tattico, atletico: qualsiasi decisione rischia di essere avventata, frettolosa, poco ragionata, ma servono cure urgenti. Ora. Ieri. E Giampaolo ha un obbligo da comandante, soprattutto quando la furia degli elementi toglie il respiro al gruppo: deve rassicurare i suoi uomini. Il continuo cambio di giocatori, sistemi e idee - senza un progetto che non sia quello del 'vediamo cosa succede' - ha lanciato fin qui messaggi all’opposto. A questo punto. se glielo concederanno, scelga una strada e la percorra fino alla fine: questo si può e si deve chiedere a un uomo che della coerenza ideologica ha fatto il vanto di una bella carriera. Non sarebbe neanche facile cambiare guida tecnica avendo pochi mezzi a disposizione e, al momento, poco fascino: quale tecnico rischierebbe immagine e carriera in una situazione apparentemente da ultima spiaggia? Forse la concretezza proletaria di Gattuso sarebbe la suggestione più forte per cercare di salvare il salvabile, dovesse andar male anche domenica prossima. Comunque la confusione totale non può far dimenticare che, da Donnarumma a Romagnoli, da Paquetà a Piatek, qui non c’è una squadra da lotta per la salvezza: vanno però ricollegati i fili del discorso. E la Fiorentina, con un Ribery da Mondiale 2006, era uno dei peggiori clienti che potesse capitare: la sua classifica, 8 punti appena, è la cosa più falsa di quest’inizio stagione".