Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / milan / Editoriale
Mercato: non si aspettano i preliminari di EL. Pirlo: mai stato rossoneroTUTTO mercato WEB
venerdì 14 agosto 2020, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
per Milannews.it

Mercato: non si aspettano i preliminari di EL. Pirlo: mai stato rossonero

Da ormai qualche anno ogni estate ci indicano come i parenti poveri della serie A. "Il Milan non può permetterselo" è un refrain iniziato dal crepuscolo berlusconiano e arrivato sino all'epoca Elliott, passando per il portaborse cinese. Poi spendi 240 milioni con Fassone e Mirabelli, 70/80 cash per Piatek e Paquetà e un altro paio di centinaia di milioni sparsi. Rinnovi a Ibra, Donnarumma e Romagnoli, ma perlopiù continui ad essere seduto sul sagrato con in mano il cappello sgualcito. La verità, semmai, è che con tutti i soldi spesi da 4 anni a questa parte i piazzamenti in classifica sono rimasti modesti. I soldi, come penso e come ho sempre scritto, bisogna saperli spendere: da soli non bastano per vincere. Mai. E non vince sempre e solo chi spende tanto. 

Ultimamente le scelte non sono state poi così male: Conti, Kjaer, Hernandez, Bennacer, Kessie, Calhanoglu, Rebic, Ibra e perché no Castillejo, costituiscono un'ossatura credibile intorno a cui far crescere polpa. Certi abbagli, come Piatek e Paquetà o André Silva e Ricardo Rodriguez, invece, li ho presi e li ho scontati anche io. Succede. Per non parlare di Bonucci e Higuain: Il fatto è che ci vorrebbe la pazienza di veder crescere i germogli, se la pianta è sana: il caso Calhanoglu e - di sponda - quello di Rebic, in casa nostra sono i più eclatanti, sia pure con tempistiche e modalità assai diverse. Ma al Milan la pazienza è finita: c'è voglia di tornare grandi e di tornare a vincere, non c'è più tempo di aspettare.

Ecco perché mi ha sorpreso non poco leggere e ascoltare in tv che, per completare il mercato rossonero quest'anno, "si attende l'esito dei preliminari di Europa League". Penso invece che sia il caso di anticipare i tempi perché l'obiettivo, come è logico, dev'essere quello di arrivare alle 3 partite di qualificazione con una squadra attrezzata per superarli. In questo senso certamente il prolungarsi dei rinnovi di Ibrahimovic e Donnarumma (che do per scontati) non sembrano suffragare la tesi, ma prendo per buone le notizie che filtrano dalla società e dall'entourage: siamo alla definizione dei dettagli, per quanto lunga e laboriosa. Il 24 agosto il Milan si raduna, mancano solo 10 giorni e lo svedese ci deve essere.

Il 24 agosto, appunto. Il Milan sarà la prima squadra di serie A al lavoro, normale con le scadenze europee. E' importante che per i 17 e il 24 settembre i primi rinforzi siano già a disposizione di Pioli, perché il primo obiettivo dev'essere quello di tornare sul podio in campionato, al di là dell'Europa League cui personalmente tengo tantissimo, ma non faccio parte dello staff...

Così come Andrea Pirlo sembra non aver mai fatto parte del Milan. Da giorni, quella che da parte di qualsiasi altro club sarebbe stata una scelta avventata e un po' presuntuosa ("Possiamo vincere a prescindere da chi va in panchina"), è diventata la celebrazione della straordinaria lungimiranza della Juve. Del fallimento in Champions non vi è già più traccia. A parte queste mie faziosità, una cosa è oggettiva: dai servizi, dalle immagini, dalle fotografie che ritraggono Pirlo, il Milan è scomparso. Come se non vi avesse mai giocato. Ha vinto "tutto" in bianconero. Ho vissuto molto vicino a lui la sofferenza per essere stato scaricato senza appello nel 2012, non solo da Galliani e Allegri, ma dalla stragrande maggioranza dei tifosi rossoneri che lo consideravano finito. Mi confessò la sua amarezza e la sua rabbia, che all'epoca ho condiviso e compreso. Adesso, però, mi sembra che il livore non si plachi e sia un po' eccessivo sconfessare il vissuto (e vincente) nel Milan. Con amarezza, ce ne faremo una ragione.