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Grazie ai rossoneri non c’è nessuna sosta: inchieste, cessioni, nuovo stadio, futuri soci, cambio dell’allenatore… Quando c’è di mezzo il derby, il meglio lo danno le CurveTUTTO mercato WEB
venerdì 22 marzo 2024, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
per Milannews.it

Grazie ai rossoneri non c’è nessuna sosta: inchieste, cessioni, nuovo stadio, futuri soci, cambio dell’allenatore… Quando c’è di mezzo il derby, il meglio lo danno le Curve

C’è la sosta del campionato, bisogna riempire pagine e ore di trasmissioni, quindi imperversano, intorno alle poche notizie e ancor più esigui approfondimenti, le campagne di stampa. 

Gettonatissime quella sul razzismo innescata da Juan Jesus con il suo piagnisteo, le inchieste sul Milan che doveva essere una società virtuosa, le cessioni del Milan destinato a perdere i suoi pezzi pregiati (Giroud, Theo, Maignan con una finestra sempre aperta su Leao), il nuovo allenatore del Milan dalla prossima stagione, il nuovo stadio del Milan, i nuovi proprietari del Milan. Sullo sfondo, naturalmente, l’incessante battage sullo scudetto dell’Inter che può essere assegnato giusto giusto proprio nel derby, per una goduria universale. 

Nessun vittimismo, nessuna ironia, soprattutto riguardo a Juan Jesus: sembra proprio essere stata sua la colpa del putiferio che ha investito Acerbi, la Nazionale, i sentimenti di tolleranza e accoglienza che storicamente avvolgono gli italiani. La strenua battaglia contro il razzismo dipende soprattutto da chi è il razzista di turno.

Nessun vittimismo, nessuna ironia: basta sfogliare, ascoltare, vedere. Partirei dall’ultimo punto, l’unico che riguardi seriamente il calcio. La tenzone tra tifoserie è iniziata furiosa a colpi di post, tweet (X), sfottimenti di rarissimo buon gusto. Si va dal rigore di Lautaro alla Guardia di Finanza a Casa Milan, dalla sperequazione nel conto dei cartellini gialli e rossi estratti dagli arbitri ai favorini che avvantaggiano i rossoneri: la fantasia è colorita, ricca, fertile. Naturalmente passare dall’ironia all’insulto è un attimo. 

In frangenti come questi, quando arriva Milan-Inter la parte migliore della rivalità la esprimono storicamente la Curva Sud e la Curva Nord. Con i loro patti di non belligeranza, i loro scambi, i loro accordi, oltre all’impegno nel solidale e nel sociale, hanno reso la stracittadina milanese - da decenni - una delle partite più sicure, una delle occasioni più ghiotte per portare i bambini allo stadio. 

Dopo di che, quali siano le fedine penali o il background dei loro componenti interessa assai meno dei fatti, dei loro comportamenti composti e civili (ripeto, nei derby). I social milanisti e interisti sono luoghi meno educati e civili rispetto a come le Curve vivono la rivalità. Non è una mia opinione: è un dato di fatto. 

Sugli altri temi. L’inchiesta sull’assetto societario rossonero evaporerà con i primi caldi; l’arrivo degli arabi casomai irriterà qualcuno, ma - nel caso - si potrà solo prenderne atto; il nuovo stadio a San Donato si farà e San Siro resterà sul groppone al sindaco Sala, il quale brontolando e frignando lo affitterà all’Inter, sempre “nel caso” si intende.

Punto. Per il resto, il Milan cederà i pezzi migliori mentre Inter e Juventus continueranno nel loro mercato grandioso, rinforzandosi a dismisura; Conte o Thiago Motta o Klopp o Pellegatti prenderanno il posto di Pioli, anche se vincesse l’Europa League e il derby 8-0; se non troverà nuovi soci, Cardinale chiederà un altro prestito a Elliott, uno a Oaktree, uno alla Compass e uno personale a Zhang con il quale (com’è noto) si sente al telefono quasi quotidianamente sulla questione stadio. 

Bellissima, la sosta. Chiacchierando durante la grigliata, tra una birra e una costoletta di abbacchio.