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Adli a SportWeek: "L'amore per il Milan è sincero e spontaneo, non lo controllo. I tifosi milanisti? Mi sento uno di loro"TUTTO mercato WEB
© foto di DANIELE MASCOLO
sabato 23 marzo 2024, 08:00Primo Piano
di Enrico Ferrazzi
per Milannews.it

Adli a SportWeek: "L'amore per il Milan è sincero e spontaneo, non lo controllo. I tifosi milanisti? Mi sento uno di loro"

L'estate scorsa il suo addio al Milan sembrava praticamente certo, ma Yacine Adli non ha mai mollato e alla fine si sta ritagliando il suo spazio in maglia rossonera. Anche quando giocava pochissimo è sempre stato un idolo dei tifosi milanisti: "Penso che viviamo in un mondo fake: mostriamo di noi quello che la gente si aspetta di vedere o a cui piace credere. Ma chi mi conosce sa che io mi mostro per come sono. Non faccio nulla allo scopo di compiacere gli altri. L’uomo che vedi nello spogliatoio è lo stesso che salta e canta sotto la curva dopo una vittoria. Questo amore per il Milan è sincero, ed è esploso in me in maniera spontanea, non lo controllo. E, quando amo, do tutto. Quando sento 80mila tifosi che cantano, mi vengono i brividi e mi sento uno di loro. E, nel periodo in cui non giocavo, mi faceva sentire vivo comportarmi da tifoso" ha dichiarato il centrocampista francese a SportWeek, settimanale della Gazzetta dello Sport. "Il coro dei tifosi che mi piace di più? Bandito e Forza Diavolo alè. Quando lo stadio ha urlato il mio nome dopo il primo gol con la maglia del Milan contro la Roma mi sono venuti i brividi, quasi le lacrime. Dopo tutto quello che ho passato, è stato un momento speciale". 

NUOVA STAGIONE, NUOVO ADLI - Dopo un anno in cui non ha praticamente mai giocato, ora Adli ha conquistato la fiducia di Stefano Pioli: "Anche quando non giocavo non ho mai dubitato di me stesso. Me ne sarei andato. Ma la qualità che mettevo ogni giorno nel lavoro mi faceva essere fiducioso. Sapevo che mi mancava ancora qualcosa, ma sapevo anche che quel qualcosa stava arrivando. Ho cercato di lavorare forte, di non perdere tempo e guardare avanti. Cosa mi mancava? Un po’ di adattamento, tattico e fisico, al vostro calcio. Non sono uno che guarda molto i dati della partita, ma questi adesso dicono che sono migliorato tanto, specialmente in fase difensiva. E, visto che sono ancora giovane, sono sicuro che continuerò a migliorare. In quel periodo tutti i miei compagni mi sono stati vicini, e non è per essere banale. Mi sento vicino a Bennacer, che ha origini algerine come le mie, o a Theo, Giroud e Maignan, francesi come me, ma davvero non faccio distinzioni. E poi, i compagni non avevano motivo di preoccuparsi: mai una volta mi sono presentato a Milanello con la faccia delusa di quello che non gioca". 

FARE LA DIFFERENZA - Adli ha poi spiegato che tipo di calciatore è: "Sono un giocatore atipico: posso fare il vertice basso, il trequartista, ho giocato da esterno sinistro e falso nove. Posso piacere o no: non ho le gambe forti di uno che ti fa uno scatto di 40 metri e lascia dietro l’avversario, ma capisco i tempi di gioco, 'vedo' passaggi che non tutti vedono. Sono come un giocatore di scacchi che muove i pezzi giusti al momento giusto per 'ammazzare' l’avversario. Sono cose di cui non sempre chi guarda si accorge e per questo non potrò mai piacere a tutti. Sarò sempre Yacine Adli, con le sue caratteristiche. E queste caratteristiche possono fare la differenza".