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Il paradosso del Milan, tutti offrono calciatori. Ma chi decide ancora non c'è
Come l'anno scorso, come l'anno prima. Forse non è proprio così, perché dodici o ventiquattro mesi fa il Milan, di questi tempi, era in fibrillazione. Prima con Leonardo e poi con Boban, ma sempre con Maldini, nella nuova sede del Portello c'era uno sciamare di procuratori, agenti e dirigenti per proporre questo o quel giocatore. Ora è ancora così, seppur in versione light dovuta al Coronavirus. E se alcuni addetti ai lavori ammettono che direttore sportivo e tecnico sono più che operativi, dall'altro bisognerebbe capire cosa significa arrivare ad acquistare un profilo di alto livello.
Se domani il Milan dovesse chiudere per Dani Olmo o Szoboszlai, senza l'avallo di Rangnick, come si comporterebbe Elliott? Probabilmente bloccando tutto. Perché una questione è acquistare lo svedese Bjorklund, possibile stella prossima ventura. Oppure il terzino del Lione Kalulu, a parametro zero e quindi occasione un po' per tutti, con dispendio limitato. Dall'altro c'è il dover pagare 20-25-30 milioni di euro al Lipsia o al Salisburgo - due squadre a caso, ma se fosse per Zaniolo o Milenkovic sarebbe la stessa cosa - e contrattare uno stipendio altissimo senza chi decide.
Così è impossibile fare i conti senza l'oste. Che in questo momento e fino a fine campionato è Ralf Rangnick. È un segreto di Pulcinella che farebbe più scalpore se non si dovesse avverare piuttosto che venire ufficializzato il secondo successivo al triplice fischio dell'ultima partita. Come può un procuratore discutere di un contratto dove non c'è (ancora) chi decide sul serio? In tutto questo, nell'organigramma rossonero, non c'è nessuno con il patentino da direttore sportivo. Così Massara potrebbe anche salvarsi, Maldini invece dovrebbe accettare un ridimensionamento che non gli è mai piaciuto. Ci sono le ambizioni personali e poi il bene dei rossoneri. Quando queste non collimano, come in questo caso, c'è solo un grande caos.
Se domani il Milan dovesse chiudere per Dani Olmo o Szoboszlai, senza l'avallo di Rangnick, come si comporterebbe Elliott? Probabilmente bloccando tutto. Perché una questione è acquistare lo svedese Bjorklund, possibile stella prossima ventura. Oppure il terzino del Lione Kalulu, a parametro zero e quindi occasione un po' per tutti, con dispendio limitato. Dall'altro c'è il dover pagare 20-25-30 milioni di euro al Lipsia o al Salisburgo - due squadre a caso, ma se fosse per Zaniolo o Milenkovic sarebbe la stessa cosa - e contrattare uno stipendio altissimo senza chi decide.
Così è impossibile fare i conti senza l'oste. Che in questo momento e fino a fine campionato è Ralf Rangnick. È un segreto di Pulcinella che farebbe più scalpore se non si dovesse avverare piuttosto che venire ufficializzato il secondo successivo al triplice fischio dell'ultima partita. Come può un procuratore discutere di un contratto dove non c'è (ancora) chi decide sul serio? In tutto questo, nell'organigramma rossonero, non c'è nessuno con il patentino da direttore sportivo. Così Massara potrebbe anche salvarsi, Maldini invece dovrebbe accettare un ridimensionamento che non gli è mai piaciuto. Ci sono le ambizioni personali e poi il bene dei rossoneri. Quando queste non collimano, come in questo caso, c'è solo un grande caos.
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