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Fabio Cannavaro: "Insigne rinnoverà. Osimhen con me non avrebbe toccato palla"
Fabio Cannavaro ha parlato del Napoli a Sky Sport/ ripartendo da una valutazione su Zambo Anguissa: "È un giocatore che sta dimostrando un valore incredibile. Visto anche come è andata l'operazione è stato un grandissimo affare. Non è male averlo davanti perché ti ripulisce i palloni, ti scherma e per un difensore non è male avere un compagno così davanti".
Come si marca un giocatore come Osimhen?
"Con me non avrebbe toccato palla, sarebbe uscito dal campo senza sorriso (sorride ndr). Sta dimostrando grandissime qualità, fa reparto da solo. Questi due giocatori, stanno facendo la differenza per il Napoli".
Cosa deve fare Insigne?
"Deve fare le sue valutazioni perché è giusto così. Il fatto che sia tifoso e capitano farà la differenza. Alla fine troverà la soluzione giusta per accontentare i tifosi che in lui credono tanto".
Rinunciare a un progetto importante in Cina per tornare a vivere in Europa è stata una scelta di vita?
"Io in Cina sono sempre stato bene. Non è stata una scelta figlia della crisi dell'Evergrande. L'avevo già fatta mesi fa e avevo già detto al club che non sarei tornato. A causa delle regole per il Covid non puoi uscire per 30 giorni ogni volta che si entra in una fase nuova del campionato. È stata una scelta in base a quello che ho vissuto negli ultimi anni e in relazione alla famiglia. Adesso sono rientrato, è importante godermi la famiglia, devo riordinare un po' la situazione".
La Cina che Cannavaro ci restituisce?
"Ho riordinato le mie idee. Quando hai la possibilità di allenare condividi le tue idee con i giocatori. Quando smisi non avevo le idee così in ordine. Ora sono più pronto. Ho allenato una squadra che ha fatto la Champions tre anni di fila e ho potuto allenare giocatori forti".
Che allenatore è adesso?
"Ho avuto la fortuna di avere grandissimi allenatori come Lippi o Capello che erano dei gestori o Malesani e Sacchi che erano dei maestri della tattica. Io spero di essere una via di mezzo. Sono un allenatore molto esigente. Un allenatore a cui piace vincere attraverso il bel gioco. Non si può solo vincere, le società pretendono anche un idea e un lavoro che fa la differenza".
Che tipo di calcio preferisce?
"Se ho un difensore lento non posso farlo giocare con la difesa alta, viceversa si può. Mi piace un calcio aggressivo in avanti. Ma restano chiacchiere. I concetti vanno fatti comprendere ai giocatori. Se ti rendi conto che tu hai delle idee e la squadra non ha quelle caratteristiche, devi cambiare".
Quanto può restare in testa questo Napoli?
"Io penso che rispetto a qualche anno fa anche i calciatori hanno un'esperienza diversa come la società. I periodi più difficili saranno quando arriverà la coppa d'Africa o qualche infortunio e lì bisognerà capire come verranno gestiti quei momenti. Ora viaggiano a mille ma in una stagione lunga può succedere di tutto. Spalletti è una garanzia e sa quello che bisogna fare per vincere. A me piace molto. L'ho studiato anche a Coverciano. Ha le idee chiare e io le chiavi dell'attico della Serie A gliele darei tranquillamente".
Come si marca un giocatore come Osimhen?
"Con me non avrebbe toccato palla, sarebbe uscito dal campo senza sorriso (sorride ndr). Sta dimostrando grandissime qualità, fa reparto da solo. Questi due giocatori, stanno facendo la differenza per il Napoli".
Cosa deve fare Insigne?
"Deve fare le sue valutazioni perché è giusto così. Il fatto che sia tifoso e capitano farà la differenza. Alla fine troverà la soluzione giusta per accontentare i tifosi che in lui credono tanto".
Rinunciare a un progetto importante in Cina per tornare a vivere in Europa è stata una scelta di vita?
"Io in Cina sono sempre stato bene. Non è stata una scelta figlia della crisi dell'Evergrande. L'avevo già fatta mesi fa e avevo già detto al club che non sarei tornato. A causa delle regole per il Covid non puoi uscire per 30 giorni ogni volta che si entra in una fase nuova del campionato. È stata una scelta in base a quello che ho vissuto negli ultimi anni e in relazione alla famiglia. Adesso sono rientrato, è importante godermi la famiglia, devo riordinare un po' la situazione".
La Cina che Cannavaro ci restituisce?
"Ho riordinato le mie idee. Quando hai la possibilità di allenare condividi le tue idee con i giocatori. Quando smisi non avevo le idee così in ordine. Ora sono più pronto. Ho allenato una squadra che ha fatto la Champions tre anni di fila e ho potuto allenare giocatori forti".
Che allenatore è adesso?
"Ho avuto la fortuna di avere grandissimi allenatori come Lippi o Capello che erano dei gestori o Malesani e Sacchi che erano dei maestri della tattica. Io spero di essere una via di mezzo. Sono un allenatore molto esigente. Un allenatore a cui piace vincere attraverso il bel gioco. Non si può solo vincere, le società pretendono anche un idea e un lavoro che fa la differenza".
Che tipo di calcio preferisce?
"Se ho un difensore lento non posso farlo giocare con la difesa alta, viceversa si può. Mi piace un calcio aggressivo in avanti. Ma restano chiacchiere. I concetti vanno fatti comprendere ai giocatori. Se ti rendi conto che tu hai delle idee e la squadra non ha quelle caratteristiche, devi cambiare".
Quanto può restare in testa questo Napoli?
"Io penso che rispetto a qualche anno fa anche i calciatori hanno un'esperienza diversa come la società. I periodi più difficili saranno quando arriverà la coppa d'Africa o qualche infortunio e lì bisognerà capire come verranno gestiti quei momenti. Ora viaggiano a mille ma in una stagione lunga può succedere di tutto. Spalletti è una garanzia e sa quello che bisogna fare per vincere. A me piace molto. L'ho studiato anche a Coverciano. Ha le idee chiare e io le chiavi dell'attico della Serie A gliele darei tranquillamente".
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