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Dal Pioli is on fire al rave party: il Milan vede festeggiare l'Inter in casa sua
C'è stato un periodo, anche abbastanza lungo, in cui a San Siro rimbombava "Freed from desire" nella sua versione milanista del "Pioli is on fire"; chi c'era, può ancora perfettamente ricordare gli altissimi decibel e i sobbalzi degli anelli dello stadio al "Pioli is on fire" post Milan-Atalanta del 15 maggio 2022. Oggi, nel San Siro rossonero, suona a tutto volume musica da rave party, con l'intento - non dichiarato, ma evidententemente chiaro - di coprire il più possibile i festeggiamenti dell'Inter per la vittoria dello Scudetto, diventata aritmetica proprio grazie all'1-2 nel derby con cui gli uomini di Inzaghi hanno battuto la squadra di Pioli.
Cosa è successo
Cosa è cambiato? Come è possibile essere passati dal Pioli is on fire ad una rave party per coprire i cori per la seconda stella dei cugini nerazzurri, vinta proprio in casa dei rossoneri? Di motivi ce ne sono tanti e sono stati evidenti anche ieri sera: un Milan confuso tatticamente, con giocatori fuori ruolo e incapaci di determinare nei big match, poco reattivi nel giocare con l'orgoglio e l'attenzione che serve in certe occasioni se non, proprio come a Roma, nei minuti finali e dopo il gol dell'1-2. Quando ormai era praticamente inutile. È chiaro che le colpe di Stefano Pioli nelle delusioni-umiliazioni di questa stagione siano tante per i tanti motivi di cui si è spesso parlato e discusso, ma anche i giocatori non sono esenti da critiche, date le tante disattenzioni che si vedono in ogni partita.
Ora il nuovo allenatore
Essendo, dunque, passati dal Pioli is on fire al rave party anti-Scudetto dell'Inter, sembra chiaro che anche il Milan dovrà passare dall'era Stefano Pioli ad un nuovo ciclo. Il tecnico rossonero, stando alle sue dichiarazioni a DAZN ("Non lo so. Sentivo prima la vostra analisi su Simone Inzaghi, che 14 mesi fa sembrava in difficoltà e poi invece ha fatto tutto quello che ha fatto. Io sto bene, lavoro bene, credo che la squadra abbia margini di miglioramento"), continuerebbe ancora volentieri sulla panchina rossonera, ma è evidente che l'equipe dirigenziale, formata da Ibrahimovic, Furlani, Moncada e D'Ottavio e capeggiata da Gerry Cardinale, nei prossimi giorni deciderà chi sarà l'allenatore del Milan per la prossima stagione.
Cosa è successo
Cosa è cambiato? Come è possibile essere passati dal Pioli is on fire ad una rave party per coprire i cori per la seconda stella dei cugini nerazzurri, vinta proprio in casa dei rossoneri? Di motivi ce ne sono tanti e sono stati evidenti anche ieri sera: un Milan confuso tatticamente, con giocatori fuori ruolo e incapaci di determinare nei big match, poco reattivi nel giocare con l'orgoglio e l'attenzione che serve in certe occasioni se non, proprio come a Roma, nei minuti finali e dopo il gol dell'1-2. Quando ormai era praticamente inutile. È chiaro che le colpe di Stefano Pioli nelle delusioni-umiliazioni di questa stagione siano tante per i tanti motivi di cui si è spesso parlato e discusso, ma anche i giocatori non sono esenti da critiche, date le tante disattenzioni che si vedono in ogni partita.
Ora il nuovo allenatore
Essendo, dunque, passati dal Pioli is on fire al rave party anti-Scudetto dell'Inter, sembra chiaro che anche il Milan dovrà passare dall'era Stefano Pioli ad un nuovo ciclo. Il tecnico rossonero, stando alle sue dichiarazioni a DAZN ("Non lo so. Sentivo prima la vostra analisi su Simone Inzaghi, che 14 mesi fa sembrava in difficoltà e poi invece ha fatto tutto quello che ha fatto. Io sto bene, lavoro bene, credo che la squadra abbia margini di miglioramento"), continuerebbe ancora volentieri sulla panchina rossonera, ma è evidente che l'equipe dirigenziale, formata da Ibrahimovic, Furlani, Moncada e D'Ottavio e capeggiata da Gerry Cardinale, nei prossimi giorni deciderà chi sarà l'allenatore del Milan per la prossima stagione.
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