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I fatti del 2019 - Il flop di Giampaolo al Milan
Il 19 giugno 2019 Marco Giampaolo è stato annunciato come allenatore del Milan. Contratto biennale con opzione per il terzo anno per il tecnico nativo di Bellinzona, reduce da tre stagioni molto positive alla Sampdoria, dove ha prodotto buon calcio e soprattutto fatto crescere le finanze del club valorizzando giovani giocatori presi a poco e divenuti importanti plusvalenze (Siriniar, Torreira, Schick, Andersen).
Una squadra giovane, costretta a resettare dopo la Champions mancata e l'esclusione dalle coppe europee. Che conquisti il pubblico col bel gioco: insomma, Marco Giampaolo sembrava l'uomo giusto per questo Milan. Voluto fortemente da Paolo Maldini, "benedetto" niente meno che da Arrigo Sacchi.
Il mercato non viene in aiuto del tecnico, soprattutto per quel che riguarda il ruolo del trequartista, fondamentale per il suo credo. Si cerca a lungo Correa, la mancata cessione di André Silva fa sfumare tutto. E si ritrova a reinventarsi Suso "numero 10". Qualche indicazione positiva nel precampionato si vede anche, ma intanto Theo Hernandez si fa già male e c'è un dato allarmante: Piatek non segna mai.
La prima di campionato è inquietante: Milan sconfitto a Udine, portiere avversario mai chiamato in causa, zero idee e formazione iniziale che lascia molti dubbi. Suso già bocciato, Piatek fantasma. E Giampaolo a fine partita fa capire già di virare sul 4-3-3. Vittorie di misura sulle neopromosse Brescia e un Verona per 70' in 10 calmano solo un po' le acque prima della brutta sconfitta nel derby a cui fanno seguito altri ko dolorosi con Torino e Fiorentina, dove si rischia addirittura la goleada. Quest'ultima sconfitta sancisce di fatto la parola fine, poiché a nulla servirà la vittoria in rimonta contro il Genoa. Anche a Marassi, del resto, i rossoneri sono poca cosa. 7 partite totali, 3 vittorie e 4 sconfitte. Nemmeno Tabarez (11) e Terim (9) erano durati così poco.
Una squadra giovane, costretta a resettare dopo la Champions mancata e l'esclusione dalle coppe europee. Che conquisti il pubblico col bel gioco: insomma, Marco Giampaolo sembrava l'uomo giusto per questo Milan. Voluto fortemente da Paolo Maldini, "benedetto" niente meno che da Arrigo Sacchi.
Il mercato non viene in aiuto del tecnico, soprattutto per quel che riguarda il ruolo del trequartista, fondamentale per il suo credo. Si cerca a lungo Correa, la mancata cessione di André Silva fa sfumare tutto. E si ritrova a reinventarsi Suso "numero 10". Qualche indicazione positiva nel precampionato si vede anche, ma intanto Theo Hernandez si fa già male e c'è un dato allarmante: Piatek non segna mai.
La prima di campionato è inquietante: Milan sconfitto a Udine, portiere avversario mai chiamato in causa, zero idee e formazione iniziale che lascia molti dubbi. Suso già bocciato, Piatek fantasma. E Giampaolo a fine partita fa capire già di virare sul 4-3-3. Vittorie di misura sulle neopromosse Brescia e un Verona per 70' in 10 calmano solo un po' le acque prima della brutta sconfitta nel derby a cui fanno seguito altri ko dolorosi con Torino e Fiorentina, dove si rischia addirittura la goleada. Quest'ultima sconfitta sancisce di fatto la parola fine, poiché a nulla servirà la vittoria in rimonta contro il Genoa. Anche a Marassi, del resto, i rossoneri sono poca cosa. 7 partite totali, 3 vittorie e 4 sconfitte. Nemmeno Tabarez (11) e Terim (9) erano durati così poco.
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