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Le panchine, l’addio alla Roma e il Coronavirus: l’annus horribilis di Florenzi
Non si sa bene come e quando la stagione 19-20 riprenderà. Al 30 marzo, però, la certezza è una: non sarà l’annata migliore della carriera per Alessandro Florenzi. Tutto inizia nel ritiro estivo con i dubbi legati alla fascia da capitano ereditata dopo l’addio di De Rossi e con le parole di Totti che incoronano già Lorenzo Pellegrini. Dichiarazioni che pesano come un macigno e sulle quali ci sarà da ridire durante il corso dei mesi successivi per colpa anche di qualche "like" sfuggito all’ex dieci giallorosso sui social ai commenti dei tifosi “vendete Florenzi”.
QUESTIONE TATTICA - Ciò nonostante, tra alti e bassi e nelle prestazioni, Alessandro parte titolare, ma dopo poco Fonseca gli comunica di non vederlo terzino, ma più ala d’attacco dove però è chiuso da Zaniolo, Kluivert e Under. Finisce in panchina, collezionandone dieci totali e in sette di queste rimanendo praticamente a guardare i suoi compagni di squadra per tutto il corso della partita. Scelte, quelle del tecnico portoghese, sempre accettate dal 24 della Roma che comunque cova la crescente preoccupazione di saltare l’Europeo.
ADDIO - A tal proposito aumentano le voci di mercato che lo vorrebbero lontano dalla Capitale. Indiscrezioni che si concretizzano solo negli ultimi giorni della campagna trasferimenti di gennaio. Prestito secco al Valencia e poche parole prima della sua partenza: “Avrei tante cose da dire, ma non sono emotivamente pronto”. Qualcosa, invece, la dice Fonseca. Come le motivazioni dell’addio: “Voleva giocare per non perdere Euro 2020, ma a Roma nessuno può avere il posto garantito”. Certo, non poteva sapere che tempo due mesi e sarebbe slittato di un anno. Nel frattempo in Spagna non inizia bene con un’espulsione contro l’Atletico Madrid e la varicella che lo costringono a restare fuori. Poi il rientro e di nuovo lo stop forzato per il Coronavirus. A giugno (o luglio in caso di proroga), tornerà nella Capitale, ma solo in attesa di trovare una nuova sistemazione che gli permetta, questa volta si, di non saltare Euro 2021.
QUESTIONE TATTICA - Ciò nonostante, tra alti e bassi e nelle prestazioni, Alessandro parte titolare, ma dopo poco Fonseca gli comunica di non vederlo terzino, ma più ala d’attacco dove però è chiuso da Zaniolo, Kluivert e Under. Finisce in panchina, collezionandone dieci totali e in sette di queste rimanendo praticamente a guardare i suoi compagni di squadra per tutto il corso della partita. Scelte, quelle del tecnico portoghese, sempre accettate dal 24 della Roma che comunque cova la crescente preoccupazione di saltare l’Europeo.
ADDIO - A tal proposito aumentano le voci di mercato che lo vorrebbero lontano dalla Capitale. Indiscrezioni che si concretizzano solo negli ultimi giorni della campagna trasferimenti di gennaio. Prestito secco al Valencia e poche parole prima della sua partenza: “Avrei tante cose da dire, ma non sono emotivamente pronto”. Qualcosa, invece, la dice Fonseca. Come le motivazioni dell’addio: “Voleva giocare per non perdere Euro 2020, ma a Roma nessuno può avere il posto garantito”. Certo, non poteva sapere che tempo due mesi e sarebbe slittato di un anno. Nel frattempo in Spagna non inizia bene con un’espulsione contro l’Atletico Madrid e la varicella che lo costringono a restare fuori. Poi il rientro e di nuovo lo stop forzato per il Coronavirus. A giugno (o luglio in caso di proroga), tornerà nella Capitale, ma solo in attesa di trovare una nuova sistemazione che gli permetta, questa volta si, di non saltare Euro 2021.
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