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Wilshere: "Con Emery e Pellegrini problemi di comunicazione. Al West Ham realizzato un sogno"
Jack Wilshere è uno dei talenti più cristallini espressi dal calcio inglese nell'ultimo decennio, anche se non è mai riuscito a fare il definitivo salto di qualità a causa degli infortuni. Il centrocampista ha parlato di alcune tappe della sua carriera in un podcast, cominciando dall'addio all'Arsenal: "Quando è andato via Wenger, ne ho parlato con la mia famiglia e ho pensato che fosse il momento giusto per lasciare. Emery non mi vedeva come titolare ed era difficile da accettare. Così sono andato al West Ham, la squadra di cui sono tifoso; ho realizzato un sogno, ma le cose con Pellegrini non sono andate bene, ho avuto gli stessi problemi di comunicazione. Poi ho avuto anche un infortunio. È arrivato Moyes e per fortuna adesso mi sento bene e sono pronto a ripartire".
I compagni preferiti: "Quando è arrivato Fabregas pensavo che avrei voluto essere come lui. Era geniale e siamo rimasti buoni amici. Van Persie era eccezionale: quando si trasferì al Manchester non ci potevo credere: era il nostro capitano e aveva appena segnato 30 gol. Se avessimo tenuto lui, Cesc e Nasri, saremmo stati in grado di vincere la Premier e non solo".
L'ultima in Nazionale: "Contro l'Islanda, una partita che abbiamo dominato ma in cui non siamo mai riusciti a renderci pericolosi. I minuti passavano e avevamo la sensazione che non avremmo mai segnato. Alla fine, nello spogliatoio volarono parolacce, qualcuno pianse. Poi arrivò Roy Hodgson e ci annunciò che avrebbe lasciato insieme al suo staff. Fu terribile".
I compagni preferiti: "Quando è arrivato Fabregas pensavo che avrei voluto essere come lui. Era geniale e siamo rimasti buoni amici. Van Persie era eccezionale: quando si trasferì al Manchester non ci potevo credere: era il nostro capitano e aveva appena segnato 30 gol. Se avessimo tenuto lui, Cesc e Nasri, saremmo stati in grado di vincere la Premier e non solo".
L'ultima in Nazionale: "Contro l'Islanda, una partita che abbiamo dominato ma in cui non siamo mai riusciti a renderci pericolosi. I minuti passavano e avevamo la sensazione che non avremmo mai segnato. Alla fine, nello spogliatoio volarono parolacce, qualcuno pianse. Poi arrivò Roy Hodgson e ci annunciò che avrebbe lasciato insieme al suo staff. Fu terribile".
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