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Braida: "Corvino e Angelozzi persone straordinarie. Auguro a entrambi di salvarsi"
Il dirigente Ariedo Braida è stato premiato in occasione della Palermo Football Conference, svoltasi oggi nella location de La Braciera In Villa, con il riconoscimento Una vita per il calcio: "Fa piacere essere qui, è una bellissima città dove ho vissuto negli anni '70 per quasi 2 anni, la ricordo sempre con affetto, ho ancora amicizie, cose che sto rivivendo in modo intenso. Spero e auguro, calcisticamente parlando, che la società rosanero possa tornare in Serie A".
Il premio è stato vinto negli ultimi due anni da Corvino e Angelozzi.
"Sono inarrivabili. Sono due amici, due persone straordinarie che stanno guidando due club dove è molto complicato trovare soluzioni perché lottano sempre per salvarsi. Sono bravi, mi auguro che ce la facciano".
Che cosa rappresenta per lei questo mondo?
"Il calcio va vissuto con passione, è bello dappertutto. Voglio dirlo soprattutto ai giovani, che devono fare questo... Ci vuole entusiasmo, volontà e lealtà, questa è una cosa molto importante".
Se le dico 1981 che cosa le viene in mente?
"Che Galliani mi vuole portare al Monza come dirigente. Smetto di giocare e lo faccio. Mi dice: 'Vieni a lavorare con noi, siamo retrocessi dalla B alla C, inizia una nuova attività e farai il direttore sportivo'. Quando io giocavo andavo sempre a cena con Galliani e i dirigenti del Monza, abbiamo imparato a conoscerci, stavo con loro perché a 35 anni stavo per finire la mia carriera e imparavo di più con loro che con i miei compagni. Il calcio purtroppo era finito quasi e quando ho smesso mi è venuto a cercare e da lì è nato tutto".
Il premio è stato vinto negli ultimi due anni da Corvino e Angelozzi.
"Sono inarrivabili. Sono due amici, due persone straordinarie che stanno guidando due club dove è molto complicato trovare soluzioni perché lottano sempre per salvarsi. Sono bravi, mi auguro che ce la facciano".
Che cosa rappresenta per lei questo mondo?
"Il calcio va vissuto con passione, è bello dappertutto. Voglio dirlo soprattutto ai giovani, che devono fare questo... Ci vuole entusiasmo, volontà e lealtà, questa è una cosa molto importante".
Se le dico 1981 che cosa le viene in mente?
"Che Galliani mi vuole portare al Monza come dirigente. Smetto di giocare e lo faccio. Mi dice: 'Vieni a lavorare con noi, siamo retrocessi dalla B alla C, inizia una nuova attività e farai il direttore sportivo'. Quando io giocavo andavo sempre a cena con Galliani e i dirigenti del Monza, abbiamo imparato a conoscerci, stavo con loro perché a 35 anni stavo per finire la mia carriera e imparavo di più con loro che con i miei compagni. Il calcio purtroppo era finito quasi e quando ho smesso mi è venuto a cercare e da lì è nato tutto".
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