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Beata gioventù: Haaland e Sancho non sono soli. Da Reyna a Bellingham, i gioiellini del BVB
Li vedi sfrecciare uno accanto all'altro, forti della loro giovinezza e non solo, e pensi che tanto basti. Haaland e Sancho, i due 2000 del Borussia Dortmund, che oggi sono gialloneri ma tra non molto tempo saranno al Real Madrid, al Barcellona o chissà dove, sono i pericoli pubblici numero uno per chi affronta la formazione di Lucien Favre. Cioè, per quel che qui e oggi ci interessa, la Lazio. Ma mica gli unici.
Hey Jude. No, la bella gioventù del Signal Iduna Park non finisce a quei due marziani. In una squadra che ha anche grandi vecchi, e infatti l'età media della rosa è bassa ma non bassissima (poco sopra i 25 anni), brillano alcuni dei talenti più lucenti del panorama europeo e non solo. L'ultimo arrivato è un 2003, Jude Bellingham: fa il centrocampista, che vuol dire tutti i ruoli del centrocampo perché la generazione Z rifugge gli schemi e fa un po' tutto, quasi sempre molto bene. È inglese ed è costato quasi 30 milioni di euro, ma deve guardarsi le spalle, perché la concorrenza è agguerrita e non ha giocato tantissimo anche per il "signore" qui sotto.
Reyna, quando il soccer conquista l'Europa. La nuova scuola statunitense (Pulisic e McKennie per fare due nomi) si sta velocemente imponendo anche nel Vecchio Continente. A Dortmund c'è Giovanni Reyna, classe 2002, altro centrocampista dal tocco delicato e dalla duttilità come condizione ontologica. In Germania sono già pazzi di lui, Argentina e Portogallo sono pronti a contenderlo agli USA, ma finora ha sempre scelto le stelle e le strisce. Altro giro, altra stellina: dal Real Madrid è arrivato Reinier, terzo di una nidiata brasiliana (con Vinicius e Rodrygo) che al Bernabeu ha portato promesse e dubbi. 2002 anche lui, fin qui ha giocato poco. Al cospetto, sembrano quasi esperti giocatori come Zagadou (centrale del '99, non ci sarà per infortunio), per non parlare di Brandt e Dahoud: due '96. Non per fare gli esterofili, ma in Italia sembrerebbero due ragazzini. A Dortmund sono quasi veterani.
Hey Jude. No, la bella gioventù del Signal Iduna Park non finisce a quei due marziani. In una squadra che ha anche grandi vecchi, e infatti l'età media della rosa è bassa ma non bassissima (poco sopra i 25 anni), brillano alcuni dei talenti più lucenti del panorama europeo e non solo. L'ultimo arrivato è un 2003, Jude Bellingham: fa il centrocampista, che vuol dire tutti i ruoli del centrocampo perché la generazione Z rifugge gli schemi e fa un po' tutto, quasi sempre molto bene. È inglese ed è costato quasi 30 milioni di euro, ma deve guardarsi le spalle, perché la concorrenza è agguerrita e non ha giocato tantissimo anche per il "signore" qui sotto.
Reyna, quando il soccer conquista l'Europa. La nuova scuola statunitense (Pulisic e McKennie per fare due nomi) si sta velocemente imponendo anche nel Vecchio Continente. A Dortmund c'è Giovanni Reyna, classe 2002, altro centrocampista dal tocco delicato e dalla duttilità come condizione ontologica. In Germania sono già pazzi di lui, Argentina e Portogallo sono pronti a contenderlo agli USA, ma finora ha sempre scelto le stelle e le strisce. Altro giro, altra stellina: dal Real Madrid è arrivato Reinier, terzo di una nidiata brasiliana (con Vinicius e Rodrygo) che al Bernabeu ha portato promesse e dubbi. 2002 anche lui, fin qui ha giocato poco. Al cospetto, sembrano quasi esperti giocatori come Zagadou (centrale del '99, non ci sarà per infortunio), per non parlare di Brandt e Dahoud: due '96. Non per fare gli esterofili, ma in Italia sembrerebbero due ragazzini. A Dortmund sono quasi veterani.
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