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La Divisione Calcio Femminile sostiene D.i.Re per la raccolta fondi a favore dei centri antiviolenza
Sarà lanciata oggi, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la nuova campagna di raccolta fondi di D.i.Re (Donne in rete contro la violenza), che vede rinnovarsi la partnership con la Divisione Calcio Femminile.
D.i.Re è la più grande associazione nazionale che si occupa di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne. Ogni anno, grazie a 103 centri antiviolenza, più di 100 case rifugio e case di semi autonomia e centinaia di sportelli di primo contatto che lavorano in sinergia con gli enti locali, supporta migliaia di donne e ragazze nel percorso per riconquistare la propria vita.
Questa iniziativa, accompagnata dal claim ‘2020. Il mondo si è fermato. I centri antiviolenza D.i.Re NO’, prende le mosse dall’esperienza vissuta in questi mesi dai centri antiviolenza della rete D.i.Re, che non hanno mai fatto venire meno il loro supporto alle donne vittime violenza e ai loro figli, garantendo assistenza nei momenti più difficili del primo lockdown e anche ora che il paese è diviso in zone rosse, arancioni e gialle.
E se nel 2019 le donne accolte e sostenute dai centri antiviolenza D.i.Re sono state in media 1.695 al mese, per un totale di 20.432, questa cifra è salita a quasi 3.000 al mese tra il 2 marzo e il 3 maggio 2020, confermando quanto la violenza tra le mura domestiche si sia aggravata durante il lockdown. I dati dei centri antiviolenza D.i.Re per il 2019 confermano infatti come il maltrattante nell’83,7% dei casi abbia (o abbia avuto) le chiavi di casa. Si tratta infatti dell’attuale partner nel 55% dei casi, dell’ex partner nel 20%, o di un altro familiare nell’8,7%.
“Siamo felici di trovare nuovamente la FIGC e la Divisione Calcio Femminile al nostro fianco, perché le donne che giocano a calcio sono la dimostrazione che è possibile uscire dalle gabbie degli stereotipi e pregiudizi in cui troppo spesso vogliono intrappolare le donne, e che troppo spesso finiscono per condonare o minimizzare la violenza”, ha affermato Antonella Veltri, presidente di D.i.Re.
Un concetto ribadito anche dal presidente della Divisione Calcio Femminile Ludovica Mantovani: “Siamo orgogliosi che il nostro mondo sia un veicolo strategico per arrivare alle famiglie italiane tramite l’immagine incisiva delle nostre atlete, che rappresentano un simbolo di empowerment femminile. L’educazione alla parità di genere deve diventare una componente essenziale di tutto il sistema di formazione. I centri antiviolenza sono luoghi protetti, in cui si promuove anche l'autoconsapevolezza e quindi semplicemente grazie di esserci sempre per tutte noi. Dobbiamo vincere questa partita insieme”.
D.i.Re è la più grande associazione nazionale che si occupa di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne. Ogni anno, grazie a 103 centri antiviolenza, più di 100 case rifugio e case di semi autonomia e centinaia di sportelli di primo contatto che lavorano in sinergia con gli enti locali, supporta migliaia di donne e ragazze nel percorso per riconquistare la propria vita.
Questa iniziativa, accompagnata dal claim ‘2020. Il mondo si è fermato. I centri antiviolenza D.i.Re NO’, prende le mosse dall’esperienza vissuta in questi mesi dai centri antiviolenza della rete D.i.Re, che non hanno mai fatto venire meno il loro supporto alle donne vittime violenza e ai loro figli, garantendo assistenza nei momenti più difficili del primo lockdown e anche ora che il paese è diviso in zone rosse, arancioni e gialle.
E se nel 2019 le donne accolte e sostenute dai centri antiviolenza D.i.Re sono state in media 1.695 al mese, per un totale di 20.432, questa cifra è salita a quasi 3.000 al mese tra il 2 marzo e il 3 maggio 2020, confermando quanto la violenza tra le mura domestiche si sia aggravata durante il lockdown. I dati dei centri antiviolenza D.i.Re per il 2019 confermano infatti come il maltrattante nell’83,7% dei casi abbia (o abbia avuto) le chiavi di casa. Si tratta infatti dell’attuale partner nel 55% dei casi, dell’ex partner nel 20%, o di un altro familiare nell’8,7%.
“Siamo felici di trovare nuovamente la FIGC e la Divisione Calcio Femminile al nostro fianco, perché le donne che giocano a calcio sono la dimostrazione che è possibile uscire dalle gabbie degli stereotipi e pregiudizi in cui troppo spesso vogliono intrappolare le donne, e che troppo spesso finiscono per condonare o minimizzare la violenza”, ha affermato Antonella Veltri, presidente di D.i.Re.
Un concetto ribadito anche dal presidente della Divisione Calcio Femminile Ludovica Mantovani: “Siamo orgogliosi che il nostro mondo sia un veicolo strategico per arrivare alle famiglie italiane tramite l’immagine incisiva delle nostre atlete, che rappresentano un simbolo di empowerment femminile. L’educazione alla parità di genere deve diventare una componente essenziale di tutto il sistema di formazione. I centri antiviolenza sono luoghi protetti, in cui si promuove anche l'autoconsapevolezza e quindi semplicemente grazie di esserci sempre per tutte noi. Dobbiamo vincere questa partita insieme”.
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