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Il carro di Paulo Dybala
Paulo Dybala è la resistenza. E' quel che resta nel calcio dei numeri e degli algoritmi, dove la scienza supera l'istinto e la coscienza. Ben venga la modernità ma così s'imbriglia il genio, talvolta la follia dell'attimo. E siccome il calcio è la disciplina del tutto ma pure del niente, le scintille sono acqua e benedizione per chi si disseta d'adrenalina. Bello ed efficace, insieme, il Graal che tutti cercano, percorso accidentato negli ultimi mesi dell'argentino. Che ha preso la dieci e pure la Juventus sulle spalle ma poi è caduto, s'è rialzato, è ricaduto, s'è rimesso di nuovo sulle sue gambe. Senza una linea di continuità che è proprio dei campionissimi, ed è quel che manca, ed è sempre mancato, a Paulo da Laguna Larga, Argentina.
Il carro di Dybala Imbrigliare e snaturare un talento così cristallino non è nei programmi e nelle priorità di Andrea Pirlo che, viceversa, sogna di vedere il genio della sua Juventus all'ennesima potenza. Ma se ha trovato la formula spagnola per Morata, quella portoghese sin troppo facile per Ronaldo, ancora gli manca quella argentina. Nei suoi schemi, per adesso, per infortuni, sfortuna, assenza, problemi fisici, Dybala s'è integrato poco e nulla. Quando ha giocato ha dato dei lampi fortissimi e poi corrente alternata. Sicché la critica si è subito adoprata nel metter subito in croce l'argentino sul quale però grava una spada di Damocle pesante. La condizione fisica. Il virus che lo ha tenuto fuori con l'Argentina ha lasciato strascichi lunghi e inattesi, le problematiche fisiche hanno inficiato e non lo hanno liberato pure di testa. Non gioca leggero, non punge, non vola, non è ape o farfalla ma solo bruco in cerca di una consacrazione. Il riposo di Cristiano Ronaldo, ai giochi forzati, darà una nuova occasione all'argentino in quel di Benevento, al fianco di Morata. Da non perdere.
Il talento non si discute Quel che manca a Dybala è continuità. C'è chi in lui rivede il percorso di Edinson Cavani, straordinario e luminoso talento mondiale ma offuscato sempre dall'ombra di qualcuno più grande di lui. A uno scalino sotto i migliori al mondo, ha tempo per far quel passo che gli manca ma corre anche il rischio di perdere l'abbrivio per tenere quello della generazione che verrà, degli Mbappé e degli Haaland. Sicché Dybala è in mezzo al guado e questa stagione ha l'opportunità per diventare grande. Per adesso non ci sta riuscendo, caduto e sulle ginocchia, per una forma che non c'è, per una serenità che non ha e pure la questione del rinnovo non contribuisce a ritrovare i sorrisi perduti. Però accusarne il valore assoluto è fuori di ragione, è il pregiudizio che va oltre al giudizio. E giù dal carro.
Il carro di Dybala Imbrigliare e snaturare un talento così cristallino non è nei programmi e nelle priorità di Andrea Pirlo che, viceversa, sogna di vedere il genio della sua Juventus all'ennesima potenza. Ma se ha trovato la formula spagnola per Morata, quella portoghese sin troppo facile per Ronaldo, ancora gli manca quella argentina. Nei suoi schemi, per adesso, per infortuni, sfortuna, assenza, problemi fisici, Dybala s'è integrato poco e nulla. Quando ha giocato ha dato dei lampi fortissimi e poi corrente alternata. Sicché la critica si è subito adoprata nel metter subito in croce l'argentino sul quale però grava una spada di Damocle pesante. La condizione fisica. Il virus che lo ha tenuto fuori con l'Argentina ha lasciato strascichi lunghi e inattesi, le problematiche fisiche hanno inficiato e non lo hanno liberato pure di testa. Non gioca leggero, non punge, non vola, non è ape o farfalla ma solo bruco in cerca di una consacrazione. Il riposo di Cristiano Ronaldo, ai giochi forzati, darà una nuova occasione all'argentino in quel di Benevento, al fianco di Morata. Da non perdere.
Il talento non si discute Quel che manca a Dybala è continuità. C'è chi in lui rivede il percorso di Edinson Cavani, straordinario e luminoso talento mondiale ma offuscato sempre dall'ombra di qualcuno più grande di lui. A uno scalino sotto i migliori al mondo, ha tempo per far quel passo che gli manca ma corre anche il rischio di perdere l'abbrivio per tenere quello della generazione che verrà, degli Mbappé e degli Haaland. Sicché Dybala è in mezzo al guado e questa stagione ha l'opportunità per diventare grande. Per adesso non ci sta riuscendo, caduto e sulle ginocchia, per una forma che non c'è, per una serenità che non ha e pure la questione del rinnovo non contribuisce a ritrovare i sorrisi perduti. Però accusarne il valore assoluto è fuori di ragione, è il pregiudizio che va oltre al giudizio. E giù dal carro.
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