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Storia di un trasferimento dove ci sono solo vincitori: Milik, il Napoli, il Marsiglia, gli intermediari
Ha vinto il Napoli. Ha vinto il Marsiglia. Ha vinto Arkadiusz Milik. La storia del trasferimento del centravanti polacco, nuovo numero 19 dell'Olympique, è il racconto di un percorso dove non ci sono sconfitti. Dove gli azzurri incassano, dove i francesi sognano, dove gli intermediari accontentano tutti. I protagonisti sono Aurelio De Laurentiis, Pablo Longoria, Fabrizio De Vecchi. Lontano dai microfoni, tranne che per evidenti prese di posizione strategiche, quasi come se il mercato fosse un Risiko fatto di milioni, gol e ambizioni, hanno portato avanti per settimane la trattativa.
Ha vinto anche il Napoli E non solo per l'incasso. Cedere un giocatore a scadenza a 9 milioni e 4 di bonus prendendo anche il 20% della futura rivendita è un capolavoro messo in piedi da club e intermediari. Però è anche un segnale. Che quello di De Laurentiis è un club che non molla, che fissa un prezzo e scende se vuol farlo lui. Che non va a patti con il compratore se questi non lo soddisfano. Il Napoli ha dato una dimostrazione di forza che mai ha dato in precedenza. E non si tratta solo d'orgoglio o di una mossa di facciata, giusto per imbonire o addolcire la piazza. Niente di teatrale o di cinematografico, questioni ben note a De Laurentiis. Stavolta il pugno duro, del presidente, di Chiavelli e di Giuntoli, è stato con Milik ma anche con tutte quelle che venivano a bussare alla porta.
Il Marsiglia sogna Lo squillo decisivo per la trattativa è arrivato con l'intervista dell'intermediario De Vecchi in Spagna. Recepito da tutti: dal Napoli che si è seduto al tavolo, dal Marsiglia che ha messo mani al portafogli. La crisi di risultati della formazione di Villas-Boas è evidente e sotto gli occhi di tutti e la piazza marsigliese non perdona. Però quello di Longoria è un progetto a medio-lungo termine e gli investimenti sui giovani e sui prospetti lo dimostrano. Balerdi, Lirola, Luis Henrique sono solo alcuni esempi della volontà di crescere in futuro. Milik è un paletto importante nel presente e i milioni spesi sono frutto di un'operazione che pareva impossibile ma che invece è andata in porto. Ricorda molto da vicino quel che accadde lo scorso anno per Christian Eriksen dal Tottenham all'Inter. Tutti i tasselli al posto giusto. E nessuno sconfitto ma solo vincitori, almeno sulla carta, almeno ai blocchi di partenza.
Ha vinto anche il Napoli E non solo per l'incasso. Cedere un giocatore a scadenza a 9 milioni e 4 di bonus prendendo anche il 20% della futura rivendita è un capolavoro messo in piedi da club e intermediari. Però è anche un segnale. Che quello di De Laurentiis è un club che non molla, che fissa un prezzo e scende se vuol farlo lui. Che non va a patti con il compratore se questi non lo soddisfano. Il Napoli ha dato una dimostrazione di forza che mai ha dato in precedenza. E non si tratta solo d'orgoglio o di una mossa di facciata, giusto per imbonire o addolcire la piazza. Niente di teatrale o di cinematografico, questioni ben note a De Laurentiis. Stavolta il pugno duro, del presidente, di Chiavelli e di Giuntoli, è stato con Milik ma anche con tutte quelle che venivano a bussare alla porta.
Il Marsiglia sogna Lo squillo decisivo per la trattativa è arrivato con l'intervista dell'intermediario De Vecchi in Spagna. Recepito da tutti: dal Napoli che si è seduto al tavolo, dal Marsiglia che ha messo mani al portafogli. La crisi di risultati della formazione di Villas-Boas è evidente e sotto gli occhi di tutti e la piazza marsigliese non perdona. Però quello di Longoria è un progetto a medio-lungo termine e gli investimenti sui giovani e sui prospetti lo dimostrano. Balerdi, Lirola, Luis Henrique sono solo alcuni esempi della volontà di crescere in futuro. Milik è un paletto importante nel presente e i milioni spesi sono frutto di un'operazione che pareva impossibile ma che invece è andata in porto. Ricorda molto da vicino quel che accadde lo scorso anno per Christian Eriksen dal Tottenham all'Inter. Tutti i tasselli al posto giusto. E nessuno sconfitto ma solo vincitori, almeno sulla carta, almeno ai blocchi di partenza.
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