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La Lazio di Maurizio Sarri è diventata Sarrista in un modo mai visto prima
Un tomo di filosofia e tattica dopo l'altro, la Lazio ha preso la lode nel giorno più difficile. Perché il derby a Roma è un giorno Capitale, unico due volte all'anno, e come soffia il vento in quei centottanta minuti, mai altri sospiri. La Lazio ha vissuto un'esperienza vallonata, fino al fischio d'inizio della partita. Maurizio Sarri, che di ciclismo è grande appassionato, lui che viene da una famiglia di faticatori a pedali, sa bene cosa significhi salire e perdere il fiato, scendere e respirare ma con l'adrenalina del rischio. Albert Einstein diceva che la vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti. La Lazio l'ha fatto a tratti, fino a ieri, e ieri l'ha fatto in contropiede.
MAI VISTA PRIMA Nel meno Sarrista dei modi, ma nel nuovo modo d'intendere la sua nuova squadra per il tecnico ciclista. Mario Soldati, scrittore e regista, diceva che Costante Girardengo, il Campione cantato da De Gregori, 'non lo si vedeva mai arrivare. Appariva di colpo. Come per un incanto era lì'. Lo stesso questa nuova Lazio, ieri, a far pure da Sante Pollastri, bandito e scorribande nell'area della Lazio. Felipe Anderson e Pedro come proiettili sulle fasce, il gol di Milinkovic-Savic come la prima pagina di un nuovo trattato: l'esterno che crossa, il gigante che s'incunea leggero e che stacca poderoso nelle maglie strappate della difesa avversaria. Il Napoli di Sarri era lenta e riflessiva costruzione, era tattica amanuense. La Juventus di Sarri era invece un ibrido, una mare e monti che mai ha soddisfatto gli appetiti dell'allenatore e pure del pubblico, nonostante le stelle sul cappello da chef e sugli almanacchi. Lo ha ammesso pure lui ieri, che s'è trovato stretto e costretto a dover fare di sofferta necessità una virtù poi titolata ma che non sentiva sua quella creatura, quella storia già storta in partenza sull'altare del bilancio e del Campionissimo Ronaldo.
UN NUOVO SARRISMO Questa Lazio invece è stata, a tratti, sprazzi, e folate, come vederlo passare, il Giro d'Italia. Un attimo e il gruppo era già passato, dritto verso la porta di Rui Patricio. Compatto e ordinato, perché libertà di pensiero e d'azione non devon far rima con anarchia e individualismo. Tutto è studiato, anche questa nuova storia, anche questo nuovo Sarrismo. Che è finito nelle enciclopedie, ma che adesso deve aver asterischi e postille perché alla Lazio ha una nuova accezione e significato. Non è più dominio, non è più lenta e riflessiva conquista del territorio, Risiko che porta poi i carrarmati azzurri e napoletani nel territorio avversario. E' il fuggitivo che scatta all'improvviso. E' le ali veloci di un sogno, Felipe Anderson, Pedro, ma pure Immobile che è sarto di sacrificio, gol e istinto, a cucirne i contorni.
MAI VISTA PRIMA Nel meno Sarrista dei modi, ma nel nuovo modo d'intendere la sua nuova squadra per il tecnico ciclista. Mario Soldati, scrittore e regista, diceva che Costante Girardengo, il Campione cantato da De Gregori, 'non lo si vedeva mai arrivare. Appariva di colpo. Come per un incanto era lì'. Lo stesso questa nuova Lazio, ieri, a far pure da Sante Pollastri, bandito e scorribande nell'area della Lazio. Felipe Anderson e Pedro come proiettili sulle fasce, il gol di Milinkovic-Savic come la prima pagina di un nuovo trattato: l'esterno che crossa, il gigante che s'incunea leggero e che stacca poderoso nelle maglie strappate della difesa avversaria. Il Napoli di Sarri era lenta e riflessiva costruzione, era tattica amanuense. La Juventus di Sarri era invece un ibrido, una mare e monti che mai ha soddisfatto gli appetiti dell'allenatore e pure del pubblico, nonostante le stelle sul cappello da chef e sugli almanacchi. Lo ha ammesso pure lui ieri, che s'è trovato stretto e costretto a dover fare di sofferta necessità una virtù poi titolata ma che non sentiva sua quella creatura, quella storia già storta in partenza sull'altare del bilancio e del Campionissimo Ronaldo.
UN NUOVO SARRISMO Questa Lazio invece è stata, a tratti, sprazzi, e folate, come vederlo passare, il Giro d'Italia. Un attimo e il gruppo era già passato, dritto verso la porta di Rui Patricio. Compatto e ordinato, perché libertà di pensiero e d'azione non devon far rima con anarchia e individualismo. Tutto è studiato, anche questa nuova storia, anche questo nuovo Sarrismo. Che è finito nelle enciclopedie, ma che adesso deve aver asterischi e postille perché alla Lazio ha una nuova accezione e significato. Non è più dominio, non è più lenta e riflessiva conquista del territorio, Risiko che porta poi i carrarmati azzurri e napoletani nel territorio avversario. E' il fuggitivo che scatta all'improvviso. E' le ali veloci di un sogno, Felipe Anderson, Pedro, ma pure Immobile che è sarto di sacrificio, gol e istinto, a cucirne i contorni.
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