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Calcagno: "Cinque italiane in Champions una bella notizia. Puntiamo sui vivai"
Umberto Calcagno, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori, ha commentato la notizia delle cinque squadre italiane che si qualificheranno alla prossima Champions League, arrivato ufficialmente nella serata di ieri grazie alle nostre squadre che hanno passato il turno in Europa League e Conference: "È una bella notizia per il calcio italiano avere 5 squadre nella prossima edizione della Champions League, con la speranza che possano diventare 6 nell’auspicabile possibilità che Roma o Atalanta vincano l’Europa League. Programmazione, competitività e sostenibilità sono i tre pilastri su cui si deve costruire il futuro del calcio italiano, per tornare ad essere protagonisti anche nella massima competizione europea e con la nostra Nazionale.
Dobbiamo puntare sui vivai e sui nostri talenti aiutandoli nel loro percorso di crescita. Lunedì a Milano, nella nostra Assemblea elettiva, con i rappresentanti del mondo professionistico e dilettantistico, maschile e femminile, rilanceremo le nostre idee a favore di tutta la filiera giovanile del movimento calcistico, dalla base al vertice della piramide, offrendo un contributo di idee e progettualità.
Nella nostra agenda c’è un calcio dal volto umano che tenga insieme ricavi, competitività e redistribuzione delle risorse, tutela della salute dei calciatori e delle calciatrici, con calendari meno affollati, e la responsabilità sociale a cui il nostro mondo non può rinunciare”.
Dobbiamo puntare sui vivai e sui nostri talenti aiutandoli nel loro percorso di crescita. Lunedì a Milano, nella nostra Assemblea elettiva, con i rappresentanti del mondo professionistico e dilettantistico, maschile e femminile, rilanceremo le nostre idee a favore di tutta la filiera giovanile del movimento calcistico, dalla base al vertice della piramide, offrendo un contributo di idee e progettualità.
Nella nostra agenda c’è un calcio dal volto umano che tenga insieme ricavi, competitività e redistribuzione delle risorse, tutela della salute dei calciatori e delle calciatrici, con calendari meno affollati, e la responsabilità sociale a cui il nostro mondo non può rinunciare”.
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