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Da Zero a Dieci: la truffa del pugno in faccia nascosto al VAR, la risposta che ossessiona Allegri, la prostituzione intellettuale del fallimento e la bugia sul pettoTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 19 febbraio 2018, 08:44Zoom
di Arturo Minervini
per Tuttonapoli.net

Da Zero a Dieci: la truffa del pugno in faccia nascosto al VAR, la risposta che ossessiona Allegri, la prostituzione intellettuale del fallimento e la bugia sul petto

(di Arturo Minervini) - Zero ad Allegri che dice che al Napoli è rimasto solo il campionato ed è dunque ossessionato da questa cosa. Ossessione non inferiore alla sua, che ormai praticamente parla più della squadra di Sarri che dei fatti di casa propria al punto da prenderla come riferimento anche in allenamento. ‘Facciamo il Napoli” chiede ai suoi in un video apparso su Netflix, a dimostrazione di quanto stia soffrendo lo splendore della più bella del reame. Come una strega cattiva interroga il suo specchio quotidianamente, ma la risposta è sempre la stessa. Una risposta che lo consuma e gli fa perdere la testa, come accaduto nella conferenza dopo il Tottenham. Nervi tesi a Vinovo che a confronto Jack Torrance di Shining era un tipo pacato.

Uno come l’obiettivo concreto, reale. Il Napoli è in lotta per lo scudetto ma non diamolo per scontato. Non prendiamolo come un qualcosa di dovuto. Prendiamo questa felicità, facciamoci caso. Ritagliamo questi momenti, incolliamoli alla parete dei giorni felici. Non date credito a chi usa parole come ‘eventuale fallimento’. Sono disonestà che si fa verbo, prostituzione intellettuale che prende forma. Il Napoli se la gioca, ma bisogna essere consapevoli che già giocarsela è un’impresa folle, quasi senza precedenti per come è strutturato questo calcio. Un pazzo che si mette in testa di scalare a piedi una montagna resta un meraviglioso pazzo, anche se dovesse essere superato prima di arrivare in vetta da uno che viaggia in elicottero ed ha il vento sempre che soffia alle proprie spalle. Chiaro no?

Due minuti per svettare più in alto di tutti, pettinarsi la cresta, sfogare sulla bandierina la paura di un risultato ancora in bilico, prendersi un giallo e poi vedere calare la mannaia della VAR. Il gol di Hamsik era irregolare ed è stato giustamente annullato. Nessuno vorrebbe godere di gioie che non gli appartengono, ma quel cartellino giallo è figlio di un qualcosa che è stato poi cancellato. Come quando pensi di aver trovato parcheggio, ed invece c’è una Smart. Nella vita di tutti noi c’è sempre una Smart a cancellare le nostre gioie. Siamo con te capitano.

Tre turni di squalifica. Se non ci saranno tre turni di squalifica per Chiellini dovremmo davvero iniziare a pensare male. Scrivetelo nelle vostre bacheche social, fatelo girare sul web. Un pugno in faccia vigliacco, che il VAR ha CLAMOROSAMENTE ignorato. Milan-Genoa, Bonucci non è più bianconero e viene espulso usando il VAR per una gomitata. Persa l’immunità Juve, che invece è ancora privilegio di Re Giorgio. Una Vergogna assoluta, un buco nero che ha inghiottito la decenza per macchiare il nostro campionato dell’ennesimo atto di cecità pro-Juve. Questo enorme Ciclope accecato da NESSUNO, perché nessuno è mai colpevole in questo mondo di ladri dove, per fortuna, c’è ancora un gruppo di amici che non si arrendono mai…

Quattro in pagella a quelli che arriveranno a rimpiangere Giaccherini dopo il gol in maglia Chievo, giusto per il gusto di sentirsi contro corrente come salmoni. Con l’affetto e la stima profonda per un serio professionista, queste polemiche raccontano la strutturale ed atavica attrazione di Partenope, sirena più bella tra le belle che non resistette alla tentazione di affogarsi nelle proprie acque. Masochisti stateci lontano! 

Cinque le vittorie per 1-0: contro Roma, Udinese, Crotone, Atalanta e Spal (le prime quattro sempre in trasferta). Pepe Reina mette in vendita guanti bianchi come il latte in un pomeriggio da turista non per caso nella propria porta. Solidità strutturale e mentale quella azzurra, che finisce per polverizzare sul nascere ogni pensiero di rivalsa dei ferraresi. Come quando tua moglie dice HO DETTO NO. È un rifiuto categorico, incontrovertibile, assoluto. Quei viaggi in macchina con lei che guarda fisso un punto nel parabrezza e rischi di morire di solitudine: avete presente? Ecco, quando la difesa del Napoli dice NO è NO.

Sei minuti ed è un Napoli più bello del ragù rubato dalla pentola e spalmato su una fetta di pane caldo. L’avvio di gara con la Spal, con ancora nella testa la noia del derby di Torino, è qualcosa di spiazzante. Quel pallone che si muove come in un flipper nell’azione del gol di Allan è un principio di labirintite. Sembra l’inizio di un’altra giornata di gloria, con la squadra di Semplici che incassa senza reagire scariche di colpi. Manca cattiveria, ma c’è gusto sublime dell’arte. Quell’arte che ha in sé anche un pizzico di dramma, di sospensione dell’anima che ti fa sentire vivo fino al fischio finale. In mondo perfetto, dopo un gol così bello, bisognerebbe fischiare tre volte ed assegnare la vittoria per manifesta superiorità spirituale. Sublimazione dell’amore.

Sette all’attenzione difensiva di Mario Rui. Quella che sembrava essere una debolezza è diventata una certezza, un nuovo modo di intendere il ruolo da esterno sinistro. Ancora una volta il Napoli ha dimostrato di essere evoluto in stile Darwiniano, capace di adattarsi e reagire ai cambiamenti trovando nuove soluzioni. Assicurazione di longevità per la squadra e per lo stesso Mario, che ha saputo ritagliarsi un ruolo importante nell’emergenza Ghoulam. Essenziale nella doppia accezione di aggettivo e sostantivo.

Otto assist in campionato per Josè, cinque consecutivi! Dato sbalorditivo che dipinge sulla storia della sua stagione il grande momento dello spagnolo, tornato ai suoi massimi livello dopo un fisiologico calo. Callejon è come il Negan di TWD, è dappertutto. Si incarna nelle cose, negli oggetti, nello spazio che occupa con intelligenza che a confronto una composizione Ikea è roba da spreconi. Sa sempre dove farsi trovare e lo fa sempre nel modo giusto, con quell’eleganza silenziosa che diventa esplosione nel cuore di chi ama la cura dei dettagli. Infinitamente Callejon.

Nove in fila come l’ultima delle sinfonie di Beethoven. È un arcobaleno che parte da Torino il 16 dicembre ed arriva ad illuminare il San Paolo nel pomeriggio di metà febbraio. In mezzo ci sono colori splendenti, architetture destinate a restare nella pietra come le facce dei presidenti sul Monte Rushmore. Meraviglia incanalata in uno scopo superiore, ferro battuto ancora caldo per forgiare un sogno che è sostanza di ogni giorno. Fabbricante di un metallo composto da una lega innovativa, che pare resistere ad ogni attacco esterno, questo Napoli prosegue il cammino senza lasciarsi distrarre. Vive e si nutre delle proprie certezze, conserva le idee nel suo vaso di Pandora che apre ogni volta che scende in campo, tira fuori il suo Genio accarezzando la Lampada custodita da Sarri in panchina. Affidare questa emozione ad un numero rischia di imborghesirla, ma è un modo per raccontarne la gigantesca portata.

Dieci come due volte CINQUE. Sulla schiena ha impressa una grande bugia quel ragazzo che vale il doppio di quel che racconta. La stagione di Allan è miseramente raccontata dai 4 gol e dai 3 assist riportati dai tabellini, particelle infinitesimali di un contributo che manderebbe in tilt ogni strumento di misurazione attualmente conosciuto. Un’immensità che si propaga a tutto campo, che si infila tra gli avversari come un gas, che prende la forma dell’acqua quando serve, che trasmette la solidità di un diamante all’occorrenza. Uno e trino nel modo di manifestarsi sul terreno di gioco, spiazzante per la capacità di riversare energia in ogni maledetta giocata. Letale come un Black Mamba che pratica la tecnica dell’esplosione del cuore in CINQUE passi. Un CINQUE che sa di eterno ritorno…