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Napoli-Genoa, Faccenda ricorda: "A Cesena una porcata, il San Paolo capì e tifò per noi"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
domenica 8 maggio 2022, 21:30Le Interviste
di Antonio Noto
per Tuttonapoli.net

Napoli-Genoa, Faccenda ricorda: "A Cesena una porcata, il San Paolo capì e tifò per noi"

"Quel gol fu molto chiacchierato, ma vi posso assicurare che fu di un grandissimo indice di difficoltà".

Domenica prossima Napoli-Genoa potrebbe decretare la retrocessione in Serie B della squadra rossoblù. Il precedente però sorride al Genoa, che nel 1982, grazie ad un gol di Mario Faccenda all'ora San Paolo, trovò il gol della vittoria salvezza. L'ex calciatore genoano ha raccontato a Repubblica quel match decisivo per le sorti rossoblù: "Sono passati quarant’anni, ma a me sembra ieri. Ho ricordi nitidissimi: il corner di Iachini, Russo che di testa allunga la traiettoria, io che sbuco sul secondo palo colpendo al volo di interno destro e mettendo la palla tra il montante ed il portiere. E certamente non ho dimenticato che il calcio d’angolo fu propiziato da un rinvio sbagliato di Castellini, il portiere del Napoli. La palla gli scivolò dalle mani e invece che in avanti finì così in calcio d’angolo. Quel gol fu molto chiacchierato, ma vi posso assicurare che fu di un grandissimo indice di difficoltà. Ancora adesso faccio fatica a capire come ho fatto a metterla proprio lì, trovando il pertugio giusto".

Il goal di Faccenda rese inutile la vittoria del Milan a Cesena: "La squadra rossonera, che era sotto di due gol, in soli dodici minuti si era portata sul 3 a 2. La gente sugli spalti capì che stavano facendo una porcata e si schierò dalla nostra parte".

Da quella partita nacque il gemellaggio tra i tifosi di Genoa e Napoli, sciolto da qualche anno fa: "E dire che non avrei dovuto nemmeno giocare. Mi ero infortunato la domenica precedente a Marassi, proprio nello scontro diretto con il Milan che perdemmo in maniera rocambolesca dopo essere stati in vantaggio. A condannarci era stato un calcio di rigore provocato da Briaschi, che istintivamente aveva toccato la palla con una mano. Mi ero fratturato la testa del perone, ma me ne accorsi solo cinque anni dopo. Avevo male e così Simoni mi lasciò in panchina. Entrai soltanto a dieci minuti dalla fine al posto di Gorin, sei minuti dopo segnai il gol che è entrato nella storia del Genoa".