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Berlusconi: "La notte di Barcellona la più bella della mia vita"
Silvio Berlusconi, ex presidente del Milan, ha parlato ai mirofoni di Sky Sport a margine della presentazione del nuovo libro di Arrigo Sacchi, La Coppa degli immortali, che ripercorre il cammino dei rossoneri verso la conquista della prima Coppa dei Campioni dell'era-Berlusconi: "Quel Milan ha fatto la storia del calcio, cambiando il modo di scendere in campo. Non si badava a difendere, bisognava essere padroni del campo, anche in trasferta, con la volontà di attaccare e ottenere un risultato positivo. Abbiamo cambiato il calcio a livello europeo e mondiale"
Che ricordo ha di quella vittoria?
"Ho pensato a tanti progetti, tutti folli, ma ero sicuro di raggiungere risultati, così come ho fatto nel mondo della tv e della politica. È andata bene, abbiamo raggiunto tutti i traguardi. È stato un periodo importante della mia vita, ho cercato di essere parte della storia del club, ma la storia l'hanno fatta tutti coloro che hanno lavorato nel Milan, non solo giocatori e allenatori. Conservo tanti ricordi, probabilmente la notte di Barcellona è stata la più bella della mia vita".
Con che occhi guarda invece il Milan di oggi?
"Maldini e Boban rappresentano il Milan che verrà. Ho guardato con dispiacere l'ultima stagione, era tutto diverso rispetto a quello che avevamo creato noi. Non ho condiviso il sentimento con cui i giocatori scendevano in campo e il modulo adottato. Un sistema di gioco che ha portato il Milan a giocare molto in difesa e a creare poche occasioni. Giampaolo? Mi dicono che sia un profilo buono, potrà far bene. Ho chiesto a Scaroni di poterlo incontrare, vorrei dargli dei suggerimenti sul modulo, anche se so già che adotta quello che preferisco. Poi sui giocatori e come impiegarli".
Sarri alla Juve porta con sé una rivoluzione?
"Non c'è da stupirsi, è un professionista. La Juve è la squadra da battere, faccio gli auguri ai bianconeri e a Sarri".
Si è pentito di aver venduto il Milan a Li Yonghong?
"Era una necessità per il gruppo Mediaset e la mia famiglia. Le spese erano diventate troppe, soprattutto con l'avvento dei petrolieri che hanno fatto lievitare i prezzi. La vendita a Li Yonghong fu determinata dalla sua decisione, ma ci aspettavamo che si affidasse a dei professionisti e dirigenti diversi. Non è stato così, poi ha avuto tanti guai dal punto di vista aziendale. Ora c'è un fondo di investimento che vuole riportare il Milan al top, per poi cederlo a qualcuno che sia affidabile. Io non potrei più tornare, oggi sono tornato a occuparmi di altre cose".
Che ricordo ha di quella vittoria?
"Ho pensato a tanti progetti, tutti folli, ma ero sicuro di raggiungere risultati, così come ho fatto nel mondo della tv e della politica. È andata bene, abbiamo raggiunto tutti i traguardi. È stato un periodo importante della mia vita, ho cercato di essere parte della storia del club, ma la storia l'hanno fatta tutti coloro che hanno lavorato nel Milan, non solo giocatori e allenatori. Conservo tanti ricordi, probabilmente la notte di Barcellona è stata la più bella della mia vita".
Con che occhi guarda invece il Milan di oggi?
"Maldini e Boban rappresentano il Milan che verrà. Ho guardato con dispiacere l'ultima stagione, era tutto diverso rispetto a quello che avevamo creato noi. Non ho condiviso il sentimento con cui i giocatori scendevano in campo e il modulo adottato. Un sistema di gioco che ha portato il Milan a giocare molto in difesa e a creare poche occasioni. Giampaolo? Mi dicono che sia un profilo buono, potrà far bene. Ho chiesto a Scaroni di poterlo incontrare, vorrei dargli dei suggerimenti sul modulo, anche se so già che adotta quello che preferisco. Poi sui giocatori e come impiegarli".
Sarri alla Juve porta con sé una rivoluzione?
"Non c'è da stupirsi, è un professionista. La Juve è la squadra da battere, faccio gli auguri ai bianconeri e a Sarri".
Si è pentito di aver venduto il Milan a Li Yonghong?
"Era una necessità per il gruppo Mediaset e la mia famiglia. Le spese erano diventate troppe, soprattutto con l'avvento dei petrolieri che hanno fatto lievitare i prezzi. La vendita a Li Yonghong fu determinata dalla sua decisione, ma ci aspettavamo che si affidasse a dei professionisti e dirigenti diversi. Non è stato così, poi ha avuto tanti guai dal punto di vista aziendale. Ora c'è un fondo di investimento che vuole riportare il Milan al top, per poi cederlo a qualcuno che sia affidabile. Io non potrei più tornare, oggi sono tornato a occuparmi di altre cose".
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