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ESCLUSIVA TUTTOPALERMO.NET - F.C. Messina, Mazzola: "Con il Palermo sfida particolare. Rosanero costretti a vincere il campionato. I giallorossi? Società di professionisti"TUTTO mercato WEB
© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com
venerdì 27 settembre 2019, 00:30Primo Piano
di Aldo Sessa
per Tuttopalermo.net

ESCLUSIVA TUTTOPALERMO.NET - F.C. Messina, Mazzola: "Con il Palermo sfida particolare. Rosanero costretti a vincere il campionato. I giallorossi? Società di professionisti"

Marco Mazzola, attuale preparatore dei portieri del F.C. Messina e collaboratore della Scuola Portieri EZ 59 di Emilio Zangara, ha parlato in esclusiva ai microfoni di TuttoPalermo.net, parlando della prossima sfida con il Palermo ma non solo.

La sfida tra Palermo e Messina, due tra i più importanti poli calcistici siciliani, mancava da tanto tempo. Che aria si respira nell’ambiente giallorosso?

“A livello di squadra non la stiamo vivendo diversamente da altre partite. Ma volutamente, perché è una partita in cui le emozioni le trovi da te e il bisogno di dare pressioni ai ragazzi o di viverla particolarmente non c’è. Sappiamo comunque che è una partita bella è importante perché sfidi il Palermo, ma anche perché si devono fare i punti che sono mancati a Biancavilla. Per quanto riguarda la città, noi la viviamo un po’ meno perché ci alleniamo a Milazzo, però leggendo qualche articolo e post dei tifosi, è vissuto positivamente perché da tanto non si vedevano i rosanero a Messina. A prescindere delle storie riguardanti noi e l’A.C.R., sarà comunque una sfida dal gusto particolare”.

Sei arrivato quest’anno a Messina dopo un’esperienza precedente a Monreale. Cosa significa dal punto di vista professionale e umano lavorare in una città che mastica calcio da sempre?

“Sin dal primo giorno è stata un’esperienza fantastica. A prescindere dalla categoria, c’è una società fatta da persone di calcio ad alti livelli: dal team manager, che è lo stesso del Messina in A nel 2007, al direttore sportivo che un ex calciatore, al direttore generale Marco Ferrante, altro ex calciatore, all’allenatore che ha spesso allenato in Serie C. Si respira aria di professionismo: personalmente non mi sento per nulla in D. Sin dal primo giorno di ritiro non ci hanno veramente fatto mancare nulla. Una grande esperienza professionale che mi sta facendo crescere molto sul piano professionale”.

Tornando al Palermo: sicuramente in molti non si aspettavano di doverla affrontare quest’anno. Cosa vuol dire sfidare una squadra accreditata da tutti come la favorita (o una delle maggiori favorite) per la vittoria del girone?

“Vedendola dal punto di vista del Palermo, non è che è accreditata per vincere. Purtroppo per il Palermo è costretto a vincere, altrimenti sarebbe un mezzo fallimento; come tutte le squadre che sono ripartite dalla D, anche il Palermo vuole la vittoria. Poi il calcio è strano, ma ha un’ottima squadra e penso ci riuscirà”.

Come ci si sente, da palermitano, ad affrontare il Palermo da avversario?

“Per me sarà bellissimo affrontare il Palermo. Pur non avendo lavorato in rosanero, da piccolo al ‘Barbera’ e poi ho tanti amici che conosco all’interno della società: da Rosario Compagno che collabora con Rosario Pergolizzi, a Michele Marotta che allena i portieri, qualche calciatore. Sarà bello rivederli, li saluterò calorosamente”.

Quali sono le tue favorite per la promozione oltre il Palermo? C’è anche la F.C. ?

“Ci sono squadre attrezzate come l’A.C.R. Messina, che molti non vedono per i risultati fatti, ma anche le squadre forti passano dei brutti momenti. Poi c’è l’Acireale, che sorpresa o meno è partita benissimo, e il Savoia. Noi siamo una buona squadra ma non è quella che deve ammazzare il campionato. Sicuramente abbiamo le carte in regola per fare bene e divertirci”.

Fino all’anno scorso eri a Monreale, una bella realtà cittadina anche a livello giovanile (con una sinergia con l’Atalanta).

“A loro devo tanto. Per quanto riguarda la prima squadra perché mi hanno introdotto nel calcio dei grandi, ma anche per quanto fatto a livello giovanile. Quando sono arrivato tre stagioni fa erano una realtà emergente che ha fatto in questo arco di tempo passi da gigante. Ha lavorato davvero molto bene, e questo grazie ad uno che in quella società è stato il miglior direttore possibile: Santino Nuccio. Una persona professionalmente e umanamente fantastica, con cui sono ancora in contatto. E poi ho potuto collaborare con allenatori come Santo Marramaldo che per quelle categorie sono un lusso”.

Credi che la Serie D, con le regole degli under, sia una campionato che cerca di valorizzare i giovani?

“Sicuramente l’intento è quello, però non è una regola che li avvantaggia. Prima, giovane o meno, giocavi in queste categorie perché eri forte, e continuavi anche dopo che uscivi dall’ambito degli under. Adesso, visto che la richiesta di under è tanta, giocano perché sono under. E dopo tre anni che giocano solo perché under, il 70-80% di questi ragazzi si ritroveranno a militare in Eccellenza o in Promozione, investendo a vuoto 3-4 anni della loro vita, perché le squadre non li chiamano più. Se da un lato quindi si cerca di agevolarli, dall’altro se non sono bravi e fortunati si perderanno per strada. Comunque gli under forti ci sono e siccome compongono praticamente metà della formazione titolare, molte società acquistano tanti under. La nostra società è partita proprio da questa categoria di giocatori, prendendo giovani interessanti come Correnti, che è palermitano, Carrozza, o i due portieri Iacopo Aiello (scuola Sassuolo e Milan) e Antonio Oliva”.

Il calcio siciliano sta vivendo un periodo di declino, pur permanendo alcune piccole realtà interessanti. È questa la percezione che si vive all’interno del movimento calcistico regionale?

“Indubbiamente quest’anno si è toccato il punto più basso del periodo recente del calcio siciliano, con sole tre squadre nell’ambito professionistico. Quando fino a pochi anni fa c’erano dalla A alla C squadre come Palermo, Catania, Messina, Trapani, Akragas, Siracusa, Gela. E ogni anno perdiamo squadre che non si iscrivono ai vari campionati. Spero che sia il progetto del F.C. che dell’A.C.R. perché no riporti il calcio di Messina dove merita di stare; discorso che vale anche per le altre squadre siciliane. Mi fa piacere vedere che ci sono ancora persone pronte ad investire al sud, ma molto dipenderà dagli addetti ai lavori. Oltre ai soldi ci vuole gente che sa quello che fa”.