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Crespo: "Ancelotti fondamentale nella mia carriera. I gol di tacco? Nati in 'Cittadella' a Parma"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 24 settembre 2018, 13:24Interviste
di Nico D'Agostino
per Parmalive.com

Crespo: "Ancelotti fondamentale nella mia carriera. I gol di tacco? Nati in 'Cittadella' a Parma"

Ospite negli studi di Canale 5 e intervistato dal giornalista Pierluigi Pardo durante la trasmissione "Pressing", Hernan Crespo ha così spiegato il suo rapporto con il gol: "Il gol per me era il completamento di un lavoro settimanale, io mi alzavo la mattina, mi allenavo, mangiavo pensando a fare gol la domenica successiva. Era bellissimo vedere l'entusiasmo della gente a cui riuscivo a donare qualche secondo di felicità con un mio gol".

E il gol di tacco?
"E' nato per caso e per risolvere un problema tecnico di attacco alla porta. Eravamo a Parma e ci allenavamo alla "Cittadella", chi è di Parma la conosce benissimo, con Carlo Ancelotti allenatore e provavamo i cross e l'attacco alla porta col tiro. Un giorno anticipo troppo il movimento e la prendo di tacco sfiorando il gol, da allora ci ho provato sempre più spesso e di proposito: anticipando sul primo palo potevo prendere il tempo al difensore, altrimenti ci provavo di tacco, ne fatto qualcuno di gol così".

Che rapporto hai con Ancelotti?
"Buonissimo, gli devo tantissimo. Sono arrivato a Parma a 21 anni e lui mi ha spiegato il modo di comportarsi e mi ha fatto capire cos'è il calcio italiano. Mi ha fatto capire che quello che sapevo fare in Argentina non sarebbe bastato in Italia e mi ha spiegato come scegliere la giocata, il tempo dell'azione, guadagnare quei centimetri fondamentali per poter incidere in una partita, gli devo tanto".

Sei stato pagato 110 miliardi di lire dalla Lazio per lasciare Parma.
"Non ho mai badato a quella cifra, i calciatori non possono pensare a tutto questo, sennò diventa impossibile calciare un pallone davanti a 80.000 persone. Il presidente Tanzi fece il mio prezzo, mi acquistarono e pensai che tornavo di nuovo in una metropoli come Roma dopo aver lasciato Buenos Aires per andare a Parma, non pensavo ad altro o al mio effettivo valore economico."