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Inglese: "Ho fatto un lungo percorso, sono maturato tanto. Non so quanto vale il mio cartellino ora"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
mercoledì 23 gennaio 2019, 15:24Interviste
di Alessandro Tedeschi
per Parmalive.com

Inglese: "Ho fatto un lungo percorso, sono maturato tanto. Non so quanto vale il mio cartellino ora"

Lunga intervista ai microfoni di Dazn per Roberto Inglese, attaccante crociato in prestito dal Napoli, che sta attirando su di sè le attenzioni a suon di prestazioni e reti importanti. Queste le sue parole: "Ognuno di noi sta dove merita, io ho dovuto fare tutti gli step, ho dovuto dimostrare in tutte le categorie e sono felice di questo perché ho capito quello che mi sono conquistato. Partendo dal basso come tanti altri, ma quando fai tanta gavetta poi in campo dai qualcosa in più. Quello che sono adesso lo sono diventato grazie al sacrificio e al lavoro, così ora do il giusto peso specifico a qualsiasi cosa, sia in campo che fuori".

Chi è Roberto Inglese per il Parma?
"Roberto Inglese è un giocatore che ha portato qualcosina in più alla squadra, non per qualità ma solamente perché ho già fatto 3 campionati di A per salvarmi, so come affrontare la categoria e come bisogna giocare certe partite per salvarsi. Io prima dei gol metto sempre la prestazione: è quella che porta i risultati".

Qual è la tua specialità sotto porta?
"Tutti i gol che ho fatto sono frutto di diverse parti del corpo: di destro, di sinistro, di testa... credo che sia un'arma in più. Ho guardato parecchio come muovermi in area di rigore, perché era quello che mi mancava. Fuori dall'area mi sentivo già un giocatore pronto, so difendere la palla, so far salire la squadra. Mi mancavano un po' di numeri e un po' di gol, li sto raggiungendo tramite un lungo percorso. Ho capito tanto e ho ancora tanto su cui lavorare".

Dove inizia la carriera di Roberto Inglese?
"Credo che questo ragazzo di strada ne abbia fatta tanta (guardando le sue foto da bambino ndr), sono felice del giocatore che sono. Cominciai a giocare per caso, mi ero appena trasferito e un mio compagno di classe mi invitò a guardare un allenamento. Il mister mi fece provare e a fine allenamento mi diede il cartellino da far firmare ai miei genitori".

Quanto vale oggi questo cartellino?
"Questo non so dirtelo, dovresti chiedere al Napoli".

Come è stato il ritiro a Napoli?
"Mi sono confrontato con campioni che avevano un ritmo e giocate diverse, mi sentivo quasi fuori luogo. Poi con il passare delle settimane mi hanno fatto sentire uno di loro e in mezzo al campo io stesso mi sentivo parte di quel gruppo. La scelta di andare via è stata una scelta comune, avevo voglia di giocare e di dimostrare. In futuro vedremo, aspetterò la mia occasione e se son rose fioriranno".

Mancini è venuto a vederti più volte, come ti senti?
"Credo che il CT che ti viene a vedere sia uno stimolo in più e non una fonte di ansia. Ci tengo alla Nazionale, ho fatto una convocazione: indossare quella maglia è uno degli obiettivi che mi sono posto".

Ormai il tuo movimento sul primo palo sui corner lo possiamo chiamare "gol all'Inglese":
"E' un movimento che ormai conoscono i difensori, ma se fatto bene e con i giusti tempi è difficile da marcare. Il Chievo ad esempio mi ha messo due giocatori addosso per evitarlo. Spero di farne altri e di avere questo "marchio"".

E' vero che fai la collezione di magliette?
"Si è vero, ne ho scambiate tante (ride ndr). Il primo anno le ho scambiate con quasi tutti gli attaccanti. Ho avuto la fortuna di scambiarla con due capocannonieri di fila, Higuain e Dzeko".

Chi è il tuo punto di riferimento?
"Credo sia sbagliato aver un solo modello. Guardo parecchio gli attaccanti della nostra Serie A. Ce ne sono tanti validi. Mi piacciono i movimenti in profondità di Immobile, ma se parliamo di area di rigore Icardi fa movimenti ben precisi. L'attaccante moderno deve svariare e correre per i compagni. Sicuramente perdo un po' in lucidità ma se questi sono i risultati continuerò a correre".