Cosa c'è dietro la reazione di Inzaghi?
Le pressioni si sono alzate di pari passo con le aspettative.
Inzaghi sente la responsabilità di dover portare questa squadra nell’Europa dei grandi, in un viaggio che sarà lungo, difficile e imprevedibile. Ed è proprio per questo, per aver accumulato tanta di quella tensione e agitazione, che ha risposto in modo plateale a Immobile. Non uno qualsiasi, ma il suo Ciro. L’attaccante che ha cercato, voluto e ottenuto al suo primo anno nella Capitale. Il centravanti su cui ha plasmato il gioco, disegnato a sua immagine e somiglianza. L’ha difeso sempre, se l’è coccolato dopo le delusioni nazionali. Non è un caso che siano stati loro due i protagonisti: forse proprio in virtù del grande rapporto ha voluto dare un segnale chiaro a tutto il gruppo. “Non devo dare spiegazioni delle mie scelte a nessuno”, ha sentenziato nella conferenza stampa dopo il 2-0 dell'Olimpico. Un discorso che aveva già fatto alla squadra nel day-after il 2-1 di Ferrara. Vuole eliminare ogni tipo di alibi: per sé e per i suoi ragazzi. Da fratello maggiore a padre severo. Se uno si fosse addormentato e si fosse svegliato ieri, non riuscirebbe a credere alla trasformazione di Inzaghi. Un’evoluzione naturale che non per forza deve essere vista in maniera negativa.