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D'Aversa torna a Parma. Ritrova una squadra più ricca: solo Juve e Inter hanno speso di più
I dodici punti in sedici giornate raccontano benissimo le difficoltà del Parma. Tali e tante che il club ducale ha deciso questa mattina di esonerare Fabio Liverani: al suo posto, torna in panchina Roberto D’Aversa, l’allenatore artefice della clamorosa cavalcata dalla Serie C alla Serie A. Già sotto contratto, il tecnico nato a Stoccarda, ufficializzato pochissimi minuti fa, riguadagna la sella di una squadra che nel frattempo è decisamente cambiata. Perché nel frattempo la proprietà è passata in mano alla famiglia Krause e, anche se non rispettati sul campo, gli investimenti ci sono stati.
Un Parma più ricco. Almeno sulla carta. In estate, infatti, i ducali sono stati la terza squadra della Serie A per spese effettuate: 81 milioni di euro, soltanto Juventus (110) e Inter (100) hanno speso di più. Se si considera il rapporto tra entrate ed uscite, inoltre, nessuno nel massimo campionato ha un saldo pari a quello crociato: -76 milioni, il segno di quanto la società abbia speso per modificare la rosa. Non completamente rivoluzionata, perché di questi soldi molti sono stati spesi per riscatti di giocatori che D’Aversa ha già allenato: così i 12 milioni per Inglese, gli 8 per Karamoh. E poi ancora i vari Grassi, Sepe, Pezzella, Hernani. Non sono mancati, però i volti nuovi.
Il più costoso è stato Valentin Mihaila. Suo malgrado, il fantasista romeno è l’emblema di quel che non ha funzionato: per portarlo in Italia, il Parma ha speso ben 8,5 milioni di euro. Il suo minutaggio? 95 minuti, complici gli infortuni. Il più impiegato tra i nuovi arrivi (decimo in assoluto) è stato Osorio, pagato 4 milioni di euro. Più di lui sono costati Busi (7,5 milioni e 426’ in campo) e Sohm (6,5 milioni e 623’ in campo). Ma, sebbene in prestito, sono arrivati anche giocatori come Brunetta e Valenti. Altri investimenti per il futuro. Fin qui non valorizzati: a D’Aversa il compito di farlo.
Un Parma più ricco. Almeno sulla carta. In estate, infatti, i ducali sono stati la terza squadra della Serie A per spese effettuate: 81 milioni di euro, soltanto Juventus (110) e Inter (100) hanno speso di più. Se si considera il rapporto tra entrate ed uscite, inoltre, nessuno nel massimo campionato ha un saldo pari a quello crociato: -76 milioni, il segno di quanto la società abbia speso per modificare la rosa. Non completamente rivoluzionata, perché di questi soldi molti sono stati spesi per riscatti di giocatori che D’Aversa ha già allenato: così i 12 milioni per Inglese, gli 8 per Karamoh. E poi ancora i vari Grassi, Sepe, Pezzella, Hernani. Non sono mancati, però i volti nuovi.
Il più costoso è stato Valentin Mihaila. Suo malgrado, il fantasista romeno è l’emblema di quel che non ha funzionato: per portarlo in Italia, il Parma ha speso ben 8,5 milioni di euro. Il suo minutaggio? 95 minuti, complici gli infortuni. Il più impiegato tra i nuovi arrivi (decimo in assoluto) è stato Osorio, pagato 4 milioni di euro. Più di lui sono costati Busi (7,5 milioni e 426’ in campo) e Sohm (6,5 milioni e 623’ in campo). Ma, sebbene in prestito, sono arrivati anche giocatori come Brunetta e Valenti. Altri investimenti per il futuro. Fin qui non valorizzati: a D’Aversa il compito di farlo.
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