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Reggiana in C. L'amarezza di Alvini: "Volevo portar la squadra a Parma, non ci sono riuscito"
Stagione infausta per la Reggiana, retrocessa quest'oggi in Serie C, dopo una sola stagione in serie cadetta.
Con le lacrime agli occhi, nel post gara, mister Massimiliano Alvini si è così espresso: "C'è profonda amarezza, c'è sicuramente il disagio della sconfitta ma anche quello della retrocessione: da parte mia, che sono allenatore, non essere riuscito a portare la squadra a quello che era l'obiettivo playout mi lascia molta amarezza. Ci sono delle responsabilità di tutti, ma anche mie, e le mie me le assumo: parlare così può esser riduttivo, ma è vero che in alcune situazioni potevamo fare meglio. Mi sento di dire che sono ferito, accettatelo, e accettate questo, dispiace: ci abbiamo sempre creduto, io per primo, ma la sconfitta di martedì non ce l'aspettavamo, anche se la retrocessione avviene prima. E non è questione di scelte. Non l'ho mai detto, ma purtroppo il periodo post Covid-19 non l'ho gestito bene, quella è stata una mia colpa: aver vinto la partita con il Venezia dopo un giorno di allenamento ci ha tolto degli obiettivi che avevamo in testa. E' una cosa che so io".
Nel dettaglio: "Devo ringraziare la società, che ha sempre dato la massima disponibilità su tutto. Il mio disagio è per la società stessa, per i miei calciatori e per il mio staff: credevo di arrivare ai playout e potermela giocare li. Non parlo di altre cose, non voglio trovare giustificazioni o alibi, non servono neppure in questo momento, dove serve solo prendere coscienza di quello che è successo e chiedere scusa a tutti se è andato così. Avendo lavorato qui due anni so però che questa è una società seria e forte, ha basi solide per riprogrammare: avremmo voluto continuare il percorso iniziato in D, l'obiettivo era quello di rimanere in B e riprogrammare. Ai tifosi, infatti, dico di voler bene alla Regia".
E quando gli viene chiesto se il futuro potrà essere sempre insieme: "In questo momento in me c'è disagio. Accettate questo. Volevo portare la squadra a Parma, ma non ci sono riuscito: ma a Parma la squadra prima o poi ci andrà, il futuro appartiene ancora a loro".
Con le lacrime agli occhi, nel post gara, mister Massimiliano Alvini si è così espresso: "C'è profonda amarezza, c'è sicuramente il disagio della sconfitta ma anche quello della retrocessione: da parte mia, che sono allenatore, non essere riuscito a portare la squadra a quello che era l'obiettivo playout mi lascia molta amarezza. Ci sono delle responsabilità di tutti, ma anche mie, e le mie me le assumo: parlare così può esser riduttivo, ma è vero che in alcune situazioni potevamo fare meglio. Mi sento di dire che sono ferito, accettatelo, e accettate questo, dispiace: ci abbiamo sempre creduto, io per primo, ma la sconfitta di martedì non ce l'aspettavamo, anche se la retrocessione avviene prima. E non è questione di scelte. Non l'ho mai detto, ma purtroppo il periodo post Covid-19 non l'ho gestito bene, quella è stata una mia colpa: aver vinto la partita con il Venezia dopo un giorno di allenamento ci ha tolto degli obiettivi che avevamo in testa. E' una cosa che so io".
Nel dettaglio: "Devo ringraziare la società, che ha sempre dato la massima disponibilità su tutto. Il mio disagio è per la società stessa, per i miei calciatori e per il mio staff: credevo di arrivare ai playout e potermela giocare li. Non parlo di altre cose, non voglio trovare giustificazioni o alibi, non servono neppure in questo momento, dove serve solo prendere coscienza di quello che è successo e chiedere scusa a tutti se è andato così. Avendo lavorato qui due anni so però che questa è una società seria e forte, ha basi solide per riprogrammare: avremmo voluto continuare il percorso iniziato in D, l'obiettivo era quello di rimanere in B e riprogrammare. Ai tifosi, infatti, dico di voler bene alla Regia".
E quando gli viene chiesto se il futuro potrà essere sempre insieme: "In questo momento in me c'è disagio. Accettate questo. Volevo portare la squadra a Parma, ma non ci sono riuscito: ma a Parma la squadra prima o poi ci andrà, il futuro appartiene ancora a loro".
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