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Pres. Perugia: "Mi tatuo il Grifo sul petto, non moriremo. Basta coi funerali anticipati"
"Ci ho messo faccia cuore e soldi, lo continuerò a fare, ma solo dopo la partita di venerdì ci sarà tempo per fare i processi. Sapete la mia storia, ancora una volta devo lottare per tirarmi fuoi dalla merda. Ci sono sconfitte e momenti difficili, l’importante è l’obiettivo e l’obiettivo che non dobbiamo retrocedere. Ci dobbiamo credere, non voglio sentire pessimismo".
All'antivigilia del match che deciderà un stagione, esordisce così, come riferisce umbriatv.com, il presidente del Perugia Massimiliano Santopadre. Un fiume in piena in vista della gara di ritorno dei playout, che vede i suoi in posizione di sfavore rispetto al Pescara: "Mi dicono che non mi possono permettere il grifo tatuato sul braccio, bene io lunedì me l’andrò a tatuare sul petto e ci sarò anche lunedi perché sono dieci anni che dedico la vita a questo club. Perugia non morirà e lo amo più di quelli che mi hanno scaricato. Ma il problema non è quello, il problema è raggiungere l’obiettivo, perché noi non vogliamo e non dobbiamo retrocedere. Sto lottando per il club e per i dipendenti dal marzo scorso, il 14 sarà una data da segnare e in ogni caso non è la fine della mia vita e nemmeno quella del Perugia. Sono abituato a lottare, l’ho sempre fatto anche da ragazzo nei banchi, ma sono sempre andato avanti a testa alta guadagnandomi il rispetto. Quel rispetto che unito all’amore ho per questa società. Che continuerò ad avere".
Il presidente prosegue poi: "Basta con i funerali, venerdì sarà una guerra ma sono con i miei ragazzi e sarò in panchina con loro. Abbiamo fatto degli errori, tutti quanti, ma non voglio più sentire che abbiamo perso perché venerdì ci aspetta una battaglia. La contestazione è salutare, i ragazzi venuti in ritiro hanno fatto un discorso da uomini, purtroppo dopo un grande primo tempo abbiamo perso. Quello che fa male non è la contestazione ma essere scaricato cosi da chi mi dice che non sono degno di portare il Grifo sul petto. Ho fiducia nella squadra, che è una squadra forte e possiamo vincere la partita".
Conclude: "Se dovesse essere sarò qui il 15 il 16 e il 17. Il Perugia non è una scommessa del cazzo... forza forza forza e lunga vita al Perugia".
All'antivigilia del match che deciderà un stagione, esordisce così, come riferisce umbriatv.com, il presidente del Perugia Massimiliano Santopadre. Un fiume in piena in vista della gara di ritorno dei playout, che vede i suoi in posizione di sfavore rispetto al Pescara: "Mi dicono che non mi possono permettere il grifo tatuato sul braccio, bene io lunedì me l’andrò a tatuare sul petto e ci sarò anche lunedi perché sono dieci anni che dedico la vita a questo club. Perugia non morirà e lo amo più di quelli che mi hanno scaricato. Ma il problema non è quello, il problema è raggiungere l’obiettivo, perché noi non vogliamo e non dobbiamo retrocedere. Sto lottando per il club e per i dipendenti dal marzo scorso, il 14 sarà una data da segnare e in ogni caso non è la fine della mia vita e nemmeno quella del Perugia. Sono abituato a lottare, l’ho sempre fatto anche da ragazzo nei banchi, ma sono sempre andato avanti a testa alta guadagnandomi il rispetto. Quel rispetto che unito all’amore ho per questa società. Che continuerò ad avere".
Il presidente prosegue poi: "Basta con i funerali, venerdì sarà una guerra ma sono con i miei ragazzi e sarò in panchina con loro. Abbiamo fatto degli errori, tutti quanti, ma non voglio più sentire che abbiamo perso perché venerdì ci aspetta una battaglia. La contestazione è salutare, i ragazzi venuti in ritiro hanno fatto un discorso da uomini, purtroppo dopo un grande primo tempo abbiamo perso. Quello che fa male non è la contestazione ma essere scaricato cosi da chi mi dice che non sono degno di portare il Grifo sul petto. Ho fiducia nella squadra, che è una squadra forte e possiamo vincere la partita".
Conclude: "Se dovesse essere sarò qui il 15 il 16 e il 17. Il Perugia non è una scommessa del cazzo... forza forza forza e lunga vita al Perugia".
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