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Il Benevento torna in A. La rivincita di SuperPippo sulla scia di Lippi e Ancelotti
Se c'è un volto da scegliere come quello più emblematico della fantastica stagione del Benevento, culminata con la matematica promozione di questa sera, è senza dubbio quello di Filippo Inzaghi.
Il tecnico piacentino dopo l'esperienza in chiaroscuro in Serie A a Bologna ha scelto per la prima volta in carriera (fra calciatore e allenatore) di sposare una piazza del sud, ambiziosa e calorosa come quella di Benevento. E la scintilla è scoccata immediatamente.
Sul piano ambientale, infatti, Inzaghi non ha avuto problemi nel trovare la giusta sincronia con una tifoseria che nelle ultime stagione, grazie alla gestione di Oreste Vigorito, ha vissuto una vera e propria escalation dai campi della Lega Pro ai palcoscenici della massima serie. Sul piano societario, poi, il feeling è stato altrettanto semplice, soprattutto con il ds Pasquale Foggia, con il quale ha costruito una squadra completa e competitiva.
Ma è sul campo, di gara o di allenamento non fa differenza, che SuperPippo ha dimostrato di essere un tecnico vero, riuscendo a trasmettere quella cattiveria agonistica e quella voglia di vincere che lo avevano contraddistinto nel suo percorso da centravanti. Avendo a disposizione un collettivo di grande qualità ed esperienza Inzaghi ha saputo gestire la competizione all'interno dello spogliatoio dando spazio ai risultati sul campo. A prescindere da chi calca il rettangolo verde, infatti, il rendimento dei giallorossi non è mai cambiato. Pochissimi cali di tensione e picchi di rendimento che faranno la staria della Serie B.
Inzaghi si è dunque dimostrato un grande gestire dello spogliatoio. Sulla scia di quanto vissuto da calciatore alle dipendenze di allenatore del calibro di Carlo Ancelotti e Marcello Lippi che a cavallo del nuovo millennio seppero vincere tutto in Italia e nel Mondo.
Adesso, però, è arrivato il momento più complicato. Quello dello step decisivo: dimostrare di poter competere anche in Serie A. Le avventure col Milan prima e col Bologna poi lo hanno visto navigare fra difficoltà probabilmente eccessive per la sua limitata esperienza. A Benevento avrà invece modo di misurarsi con la massima serie in piena tranquillità, imparando anche a valorizzare meglio i giovani talenti su cui costruire il futuro del club sannita.
Il tecnico piacentino dopo l'esperienza in chiaroscuro in Serie A a Bologna ha scelto per la prima volta in carriera (fra calciatore e allenatore) di sposare una piazza del sud, ambiziosa e calorosa come quella di Benevento. E la scintilla è scoccata immediatamente.
Sul piano ambientale, infatti, Inzaghi non ha avuto problemi nel trovare la giusta sincronia con una tifoseria che nelle ultime stagione, grazie alla gestione di Oreste Vigorito, ha vissuto una vera e propria escalation dai campi della Lega Pro ai palcoscenici della massima serie. Sul piano societario, poi, il feeling è stato altrettanto semplice, soprattutto con il ds Pasquale Foggia, con il quale ha costruito una squadra completa e competitiva.
Ma è sul campo, di gara o di allenamento non fa differenza, che SuperPippo ha dimostrato di essere un tecnico vero, riuscendo a trasmettere quella cattiveria agonistica e quella voglia di vincere che lo avevano contraddistinto nel suo percorso da centravanti. Avendo a disposizione un collettivo di grande qualità ed esperienza Inzaghi ha saputo gestire la competizione all'interno dello spogliatoio dando spazio ai risultati sul campo. A prescindere da chi calca il rettangolo verde, infatti, il rendimento dei giallorossi non è mai cambiato. Pochissimi cali di tensione e picchi di rendimento che faranno la staria della Serie B.
Inzaghi si è dunque dimostrato un grande gestire dello spogliatoio. Sulla scia di quanto vissuto da calciatore alle dipendenze di allenatore del calibro di Carlo Ancelotti e Marcello Lippi che a cavallo del nuovo millennio seppero vincere tutto in Italia e nel Mondo.
Adesso, però, è arrivato il momento più complicato. Quello dello step decisivo: dimostrare di poter competere anche in Serie A. Le avventure col Milan prima e col Bologna poi lo hanno visto navigare fra difficoltà probabilmente eccessive per la sua limitata esperienza. A Benevento avrà invece modo di misurarsi con la massima serie in piena tranquillità, imparando anche a valorizzare meglio i giovani talenti su cui costruire il futuro del club sannita.
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