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Il ritorno della RegginaTUTTO mercato WEB
venerdì 1 novembre 2019, 19:33Primo Piano
di Redazione TuttoPotenza
per Tuttopotenza.com
fonte Eurosport.com

Il ritorno della Reggina

Che fine ha fatto la Reggina? Alzi la mano chi, dagli appassionati di calcio a quelli un po' meno attenti, non si sia fatto almeno una volta questa domanda in tempi recenti. Il calvario "dantesco" dei tifosi amaranto è iniziato esattamente 10 anni fa dopo la retrocessione dalla Serie A alla B al termine della stagione 2008-2009. Tutto questo dopo una decade a dir poco gloriosa e nomi illustri, alcuni dei quali hanno poi fatto la storia del calcio, leggi Andrea Pirlo, in prestito dall'Inter nella stagione 1999-2000.

All'"Oreste Granillo" terminò la breve avventura di Marcello Lippi proprio sulla panchina dell'Inter, ma sul terreno dello stadio in faccia allo Stretto, a diventare leggende amaranto sono stati anche Francesco Cozza (il più amato), Mozart, Shunsuke Nakamura, David Di Michele, Massimo Marazzina, Andrea Baronio, Emiliano Bonazzoli, Bruno Cirillo. E, ancora, Rolando Bianchi e Nicola Amoruso, che a suon di gol guidò la quasi impossibile salvezza ottenuta sotto la guida di Walter Mazzarri, dopo una partenza con 11 punti di penalizzazione nella stagione 2006-2007.

Quello era ancora il periodo "felice" della presidenza targata Lillo Foti, che si eclissò prima in Serie B e poi, dopo la nuova retrocessione al termine della stagione 2013-2014, in Serie C, proprio nell'anno del centenario dalla fondazione: solo un campionato in terza serie, concluso con la salvezza ai playout ma, anche, dalla volontà di arrendersi al fallimento senza più iscrivere la squadra al campionato.

Il momento più duro del calvario è proprio questo. Il club cambia denominazione (ASD Reggio Calabria), le difficoltà (poi risolte) nell'utilizzare lo stemma originale, la ripartenza dalla Serie D sotto la presidenza Praticò, la risalita in Serie C ma con una gestione societaria "col fiatone", prima dell'arrivo - lo scorso gennaio - di Luca Gallo, imprenditore romano nel settore servizi aziendali ma di origini calabresi.

Un vero "benefattore" dal momento che ha provveduto a pagare ogni pendenza societaria prima di rilevare l'intero pacchetto quote e quest'estate ha provveduto a far costruire al direttore sportivo - l'ex numero uno amaranto Massimo Taibi - una formazione subito in grado di far sognare i tifosi che sono tornati a riempire gli spalti del Granillo. Giocatori esperti e di qualità, per puntare subito in alto nonostante le scomode presenze di Bari, Ternana, Catania (le più attrezzate) e Avellino. E che hanno portato, sin qui, al primato di graduatoria, il miglior attacco della Serie C e alla prestigiosa statistica di formazione imbattuta in Europa in compagnia di Ajax, Juventus, Liverpool e Wolfsburg.

Qualche nome? Dal Monza sono arrivati il portiere 34enne Enrico Guarna (ex Bari in Serie B) e l'attaccante brasiliano classe 1983 Reginaldo, che certo non ha bisogno di presentazioni.

Così come l'ex di Napoli e Atalanta Germán Denis. Sì, proprio lui, El Tanque, 73 reti in Serie A e tornato appositamente dal Sud America (dopo le esperienze con Independiente e Lanús in Argentina e Universitario di Lima in Perù) per riportare in alto la Reggina. Poi c'è Simone Corazza, ex Alto Adige e Novara, giocatore a cui tecnicamente andrebbe stretta la Serie B ma che, dopo l'ultima negativa stagione col Piacenza, aveva bisogno di riscattarsi: riuscendoci alla grande a giudicare dai numeri, dal momento che la classifica marcatori lo vede in testa a 9 reti dopo 12 turni di campionato. L'attacco è ispirato dalla fantasia di Nicola Bellomo, che a un certo punto della sua carriera al Bari sognò un futuro alla Cassano all'Inter. In difesa, poi, ancora tanta esperienza con Marco Rossi (ex Siena e Parma) e l'ex Cittadella Daniele Gasparetto. A sinistra, quindi, spicca l'ex laterale di Torino e Bologna Matteo Rubin.

Ma non finisce qui. Lo scorso 18 ottobre, Taibi ha deciso di investire sulla promessa inespressa per eccellenza nella storia più recente del calcio italiano: il trequartista classe 1998 Hachim Mastour, passato da enfant prodige a oggetto del mistero del Milan, che lo aveva già lasciato andare un anno fa in una poco produttiva esperienza in Grecia con la maglia del Lamia.