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SERIE B, Monza, mistero tamponi: "Ma il club non è indagato"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 24 novembre 2020, 11:45Spazio Serie B
di Redazione Tuttoreggina
per Tuttoreggina.com

SERIE B, Monza, mistero tamponi: "Ma il club non è indagato"

"Monza, mistero tamponi: Ma il club non è indagato", scrive Gazzetta dello Sport in un pezzo nell'edizione odierna

"Accertamenti sull’approvvigionamento, le modalità di esecuzione e le effettive qualifiche del personale, associate a verifiche sulla provenienza dei tamponi rapidi effettuati sui calciatori del Monza e di altre società: queste le finalità delle indagini degli uomini del Gico (Gruppi d’investigazione sulla criminalità organizzata) della guardia di finanza e dei carabinieri del Nas su mandato dei pm Silvia Bonardi e Alessandra Cerreti della Direzione distrettuale antimafia. Le perquisizioni di domenica hanno toccato la sede di via Ragazzi del ‘99 e di altre società sportive ma anche gli studi medici in cui opera il dottor Cristiano Fusi, ex medico del Milan e della Nazionale di calcio magistrati, nonché responsabile della clinica Zucchi di Monza, che è stato indagato in concorso con ignoti per esercizio abusivo della professione perché avrebbe consentito di effettuare i tamponi a persone prive di titoli. Nel mirino delle indagini in particolare sarebbe finita la società che fornisce i test, una società che risulta occuparsi di rifiuti, energia rinnovabile e altro e che da novembre ha esteso il suo oggetto sociale tra l’altro anche ai dispositivi di protezione individuale ma, è stato accertato, non ai tamponi. Ebbene, in tutta questa vicenda, il Monza come ne è coinvolto?

È la domanda alla quale è pronto a dare una risposta il club attraverso le parole di uno dei suoi legali, Francesco De Martino: «Il dottor Fusi è uno dei tre medici che, a rotazione, eseguivano i tamponi rapidi a Monzello. Va però chiarito come non sia il medico sociale né faccia parte dello staff sanitario né frequenti abitualmente gruppo squadra o società. Inoltre non era presente in sede domenica, al momento dell’attività di verifica delle forze dell’ordine: sul posto c’era una dottoressa. Per quanto riguarda i rapporti con l’azienda fornitrice dei tamponi rapidi, semplicemente non esistono: il Monza ha acquistato i test da tre farmacie del territorio e sono state fornite tutte le fatture identificative». Inoltre, la società tiene a precisare che l’indagine riguarda i tamponi antigenici cosiddetti rapidi e non i tamponi molecolari invece richiesti dal protocollo federale per la partecipazione al campionato di Serie B. I tamponi rapidi sono una precauzione che il Monza svolge volontariamente, come attività di screening supplementare da ottobre, ma gli esiti comunicati alla Federazione per le partite sono quelli dei tamponi molecolari svolti e certificati dall’accreditato laboratorio San Giorgio.«E lo chiariremo anche alla Procura Federale nel caso dovesse contattarci. I tamponi rapidi e molecolari sono due cose diversi: per i primi il Monza ha speso 10 mila euro, mentre per i secondi, previsti dal protocollo della Lega, i costi sono di molto superiori». Ieri per esempio sono stati fatti i molecolari per la gara di Coppa per la Spal.

Il Monza non risulta indagato, anzi dal verbale della perquisizione non si rinvenivano specialità medicinali inappropriate, né si riscontravano carenze igienico sanitarie, invece tutte le procedure compreso lo stoccaggio e lo smaltimento dei tamponi sono state rispettate. «La società è alla finestra – chiosa De Martino -, se dovesse emergere qualche inesattezza, imprecisione o carenza dei fornitori o nel caso risultasse che i tamponi non fossero effettivamente validi il Monza sarebbe parte lesa»", la precisa analisi del quotidiano sportivo.