NICCHI: "Il Var in serie B arriverà quando gli stadi saranno attrezzati"

Tutti l’hanno visto, e se l’arbitro l’avesse rivisto... Sabato scorso, a Venezia, alla Salernitana è mancato un gol, annullato ingiustamente. L’aveva segnato Niccolò Giannetti, scattando sul filo del fuorigioco e piazzando il colpo vincente sull’assist mancino di Walter Lopez. L’arbitro, il vicentino Daniel Amabile, ha strozzato l’urlo dell’attaccante e degli oltre 700 tifosi granata in Laguna, fidandosi della segnalazione d’offside del suo primo assistente, l’aretino Marco Scatragli. Fosse stata una partita di serie A, la storia non sarebbe finita lì: l’azione sarebbe diventata materia da Var e così quel fermo immagine televisivo, che palesemente fotografa la regolarità dell’azione, avrebbe corretto in tempo reale l’errore del direttore di gara. Però Venezia e Salernitana giocano in B e benché lo scorso giugno proprio in una doppia sfida tra queste due squadre, scontro playout per la salvezza, venne sperimentato il Video Assistant Referee tra i cadetti, al momento nel secondo campionato italiano di calcio conta solo il primo giudizio arbitrale, senz’alcuna possibilità di revisione. Perché tutto questo? La risposta, piccata, l’ha data ieri mattina a Radio1 il presidente dell’Associazione degli arbitri, Marcello Nicchi. "Il Var in serie B arriverà quando gli stadi saranno attrezzati, con strutture in grado di supportare la tecnologia. Noi siamo già pronti, la Lega invece no. Per quanto ci riguarda aspettiamo solo un segnale per partire con la sperimentazione", la stoccata evidentemente indirizzata al numero uno dei club cadetti, Mauro Balata, che pure molto spesso ha parlato d’un imminente approdo della tecnologia anche in B. Nicchi sul tema batte forte. Ha invocato «una svolta per il calcio italiano solo con la Var Room a Coverciano», attaccando «la burocrazia che sta rallentando l’iter».

Stare nella governance dell’Italia del pallone, del resto, oggi invoca innovazioni. Se possibile persino rivoluzioni. E infatti, (ri)vedere per credere quanto suggerito dal presidente federale Gabriele Gravina in un’intervista a Repubblica proprio in merito al futuro dei cadetti. "La mia vecchia idea è serie A a 20 squadre e la B divisa in B1 e B2 da 18. Ridiscuterei anche il paracadute per le retrocesse: altera l’equilibrio in serie B". È la tesi, quest’ultima, sempre sostenuta dal co-patron della Salernitana, Marco Mezzaroma, ch’è pure vicepresidente di Lega e che con il socio-cognato Claudio Lotito spera di portare presto sul tavolo della Federcalcio il tema della multi-proprietà. L’argomento è noto e l’obiettivo pure: modificare quell’articolo delle Noif sul vincolo di parentela fino al quarto grado, che oggi vieterebbe anche a Mezzaroma di guidare un club in A perché Lotito ha già la Lazio. Nell’attesa che il “caso granata” diventi davvero ordine del giorno in Figc, per ora Gravina ha parlato solo indirettamente di Salernitana, sostenendo che l’attuale tecnico dell’ippocampo Gian Piero Ventura, ex ct azzurro, «ha ragione» nel dire che il girone dell’Italia qualificatasi a Euro 2020 è stato facile, e però pungendolo quando ha ricordato che «anch’io ero convinto che con la Svezia avremmo vinto e saremmo andati al Mondiale». Di più: "Fui l’unico a dire che Ventura andava esonerato prima dello spareggio". Schermaglie su un tempo (ormai) immutabile. Come un gol (ingiustamente) annullato senza Var...