C'era una volta l'Arechi sold out in A in tutte le partite

Partiamo subito da una premessa: la tifoseria salernitana sta ben figurando anche in massima serie, è ottava per numero di presenze e in campo esterno quasi non ha eguali. Se pensiamo al caos societario, ai prezzi alti e all'ultimo posto in classifica, ci rendiamo conto che garantire una media di 11mila spettatori in casa e duemila fuori è un qualcosa di straordinario, anche perchè i tempi sono cambiati e lo spezzatino, abbinato alla forte concorrenza delle tv, incide e non poco. Tuttavia, se analizziamo il dato di Salernitana-Empoli, possiamo dire che ci aspettavamo di più. Si aspettava un ampliamento della capienza, ciò è accaduto eppure lo zoccolo duro conta sempre sullo stesso numero di persone. Saranno al massimo in 11mila, di sabato pomeriggio e in una partita che, obiettivamente, ha molta più valenza rispetto al derby col Napoli. Nel 1998, in A, era sold out a prescindere, che si giocasse contro la Juventus di Zidane o il Vicenza di Tisci. Oggi il pubblico è distaccato e il falso mito dei 20mila va sfatato: alla fine la tifoseria granata, ultras a parte, è formata principalmente da persone che sentono l'evento e che, complice anche l'atteggiamento distruttivo dei social, si sono distaccate anno dopo anno.

La dirigenza, chiaramente, potrebbe fare di più in termini di costi, iniziative e mini abbonamenti, ma a questo punto dobbiamo davvero pensare che i 15mila di Salernitana-Roma avessero offerto un colpo d'occhio d'eccezione soprattutto in virtù della presenza di molti romanisti "infiltrati" nei settori locali. Con l'Atalanta, invece, erano in 13mila e tutti di fede granata. L'apporto del pubblico fa la differenza, sul piano qualitativo e non quantitativo. Ma possibile che Salernitana-Empoli in A faccia gli stessi spettatori di Salerno Calcio-Monterotondo in D?