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Salernitana, un grande ex ricorda con nostalgia gli anni NovantaTUTTO mercato WEB
© foto di Image Photo Agency
giovedì 17 novembre 2022, 22:00News
di Gaetano Ferraiuolo
per Tuttosalernitana.com

Salernitana, un grande ex ricorda con nostalgia gli anni Novanta

Di seguito le dichiarazioni dell'ex allenatore della Salernitana Franco Colomba rilasciate in una delle ultime puntate di Pressing Room Granata:

Campionato di serie A quanto mai anomalo, la lunga sosta sarà un vantaggio o uno svantaggio?

"Stiamo parlando di una assoluta novità ed è una incognita, dipende anche da quanti nazionali perderà ciascuna squadra. C'è chi arriverà alla fine del torneo, chi uscirà subito. Di sicuro ci sarà la possibilità di rifiatare, soprattutto chi ha pochi calciatori fuori potrà fare il punto della situazione con serenità e lavorare da subito in ottica mercato. Credo che nessuno possa esprimersi con certezza rispetto ad un qualcosa di anomalo ed unico".

Quanto è cambiato il calcio rispetto alla sua Salernitana?

"La nostra Salernitana dell'epoca aveva bruciato le tappe, avevamo memorizzato alcuni concetti di calcio anche grazie al lavoro del mio predecessore. Fui sfortunato a perdere De Silvestro, Pisano e Ricchetti, portai un po' di equilibrio in più con l'inserimento di Pirri. All'epoca anche una squadra non particolarmente accreditata aveva voglia di arrivare al risultato attraverso il gioco, le cosiddette piccole erano invece abituate a ragionare e a lavorare in modo diverso. La nostra modernità ci premiò, sfiorammo la promozione in massima serie e fu una cavalcata indimenticabile e che ci regalò grosse emozioni. Oggi tatticismo e aspetto fisico sono predominanti e spesso non si vede un grande spettacolo. La fase difensiva e il pressing sono alla base, le cinque sostituzioni aiutano a mantenere un ritmo importante nell'arco dei 90 minuti. Questo vantaggio ai miei tempi non c'era e occorreva una preparazione atletica impeccabile. Ma dico sempre che non bisogna penalizzare l'aspetto tecnico, oggi ti notano se sei veloce e non se sei bravo con i piedi".

Quanto è importante lavorare con i giovani?

"Se hai alle spalle una società che ti segue e ti appoggia, diventa più semplice gettare nella mischia un ragazzo alle prime armi ma tecnicamente più pronto di altri. A mio avviso ci vuole sempre il giusto mix tra ventenni in ascesa e "anziani" che corrono meno ma aiutano il contesto a crescere. Ricordo la mia Reggina, con i giovanissimi Pirlo, Kallon e Baronio affiancati da gente come Giacchetta. Ecco, quello era un modello vincente".

Che giudizio ha di Iervolino?

"La salvezza dell'anno scorso entrerà nella storia, confermarsi è sempre difficile ma è stata intrapresa la strada giusta. C'è poi l'Arechi che è sempre un qualcosa d'altro livello, mi ricorda il Granillo di Reggio Calabria. Ho avuto veramente la fortuna di allenare in piazze calde del Sud che incidono tanto e ti responsabilizzano. Se Iervolino manterrà il giusto equilibrio ritengo ci siano i presupposti per portare avanti un bel progetto".