Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / salernitana / Serie A
TMW RADIO - D. Rossi: "Luis Alberto stile Hamsik con Sarri, ma Immobile non è Higuain"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 19 luglio 2021, 20:02Serie A
di Dimitri Conti

TMW RADIO - D. Rossi: "Luis Alberto stile Hamsik con Sarri, ma Immobile non è Higuain"

tmwradio
Delio Rossi intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
00:00
/
00:00
L’allenatore Delio Rossi ha così parlato ai microfoni di TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini. L’intervista inizia dal lavoro di Sarri alla Lazio: “Non sarà facile, conosco bene il suo metodo e ha bisogno di tempo, essendo un maestro, tra virgolette, come posso essere io o Zeman. In ritiro per la maggior parte avrà esuberi e gente che dovrà andare via, un tempo si incideva subito ma oggi non è così. Non sarà facile”.

Lazzari può fare il terzino?
“Può essere plausibile, fermo restando che non ha proprio certe caratteristiche da due fasi, è molto più bravo in quella offensiva. Potrebbe però spingere di più e lasciare chi sta sull’altro più bloccato. Lazzari è una risorsa della Lazio, giusto sfruttarlo e dargli una sistemazione: esterno alto di un 4-3-3 non penso lo sia, per forza dovrà fare quello basso”.

Luis Alberto dove potrebbe giocare?
“Se lo conosco giocherà centrocampista di sinistra, un po’ com’era Hamsik al Napoli”.

Immobile dovrà acquisire un nuovo tipo di gioco?
“Nel 4-3-3 ci sono due giocatori fondamentali: il centrocampista davanti alla difesa e il centravanti, che devono innescare le due catene di fascia e sapere quanto cercare lo profondità o scambiare sui piedi. Certe doti le ha più Caicedo, che però è meno finalizzatore di Immobile. Quest’ultimo non è un giocatore da 4-3-3, neanche Higuain lo era ma aveva più tecnica. Se si pensa che Immobile debba cantare e portare la croce non è lui l’ideale”.

Potrà evolversi?
“Sì, ma faccio una domanda. Mettiamo che la Lazio arrivi seconda e Immobile faccia 10 gol. Lui e la gente sarebbero contenti a quel punto? Dico di no. Oggi Immobile ha un certo peso nella squadra e se ti trovi ad aver a che fare coi calciatori le capisci queste cose”.

Può essere un nuovo ciclo in casa Lazio?
“Tutti vorremmo avere una squadra giovane ma esperta e futuribile. Non è così. Se uno ha talento, poi, lo metti anche se ha 19 anni e a discapito di un trentenne. La bravura di una squadra è riuscire a pensare male quando le cose vanno bene: i sostituti vanno cercati con lungimiranza”.

Che effetto le fa ritrovare la Salernitana in Serie A?
“Sono contento per l’ambiente, la città e i tifosi, che hanno un bel biglietto da visita. Sono passati troppi anni dall’ultima volta! Contento anche per Castori, uno che non spaccia calcio, ha il profilo basso e lavora. Bene che sia lui ad averli riportati su dopo di me, è una persona seria”.


Cosa le è piaciuto più dell’Italia campione d’Europa?
“Ha vinto la squadra più organizzata e simile a un club, non la più forte. Competizioni come queste dipendono molto dalla condizioni fisiche, basti ripensare alle vittorie di Danimarca o Grecia. Come qualità c’erano squadre superiori all’Italia, ma la vittoria è arrivata perché Mancini è stato bravo a guidarla come un club, con titolari e riserve e tutti dotati di spartito. Il gruppo viene sempre dopo il gioco, non al contrario”.

Conviene che la Serie A debba guardare spesso ai piani sotto?
“Ripartiamo dal fatto che siamo italiani, non dobbiamo sederci come succede spesso dopo le vittorie. La pandemia era un’occasione, non possiamo permetterci 100 squadre professionistiche o succedono cose come quella al Chievo, squadra storica, o a quelle di C. Non possiamo avere tutte queste squadre. Bisogna poi tornare a lavorare sui settori giovanili: non è un caso che squadre come Sassuolo e Atalanta vadano così bene”.

Dove ha indovinato Mancini?
“Ha scelto i giocatori e non lasciato che fosse il contrario. Con poi direttive abbastanza semplici: la palla non si butta, si gioca con cinque appoggi costruendo sui due esterni. Non che sia facile eh, diamogli atto. Nel calcio poi però ci vuole un pizzico di fortuna: penso a Southgate, che ha portato l’Inghilterra in finale e viene fatto passare per deficiente. Tra chi trionfa e l’incapace c’è sempre un confine labile e sottile”.

Alle italiane manca intensità per far bene in Champions?
“L’Europeo però si gioca a fine stagione, quindi ci andrei piano. Non posso pensare per esempio ad una Francia eliminata così presto… Comunque penso che un campionato di Serie A a 18 squadre permetta di dilatare gli impegni e faccia migliorare tutti, anche la Nazionale”.

Zeman è tornato a Foggia.
“Sono legato a quella città per motivi personali e professionali, visto che queste sono storie che mi piacciono spero in un lieto fine”.

Quale nuovo allenatore tra le big di Serie A rischia di più?
“Mourinho, sicuramente. Conosco un po’ la piazza… Ma anche Inzaghi, dico che per lui all’Inter non sarà facile. Parti da una squadra che ha vinto lo Scudetto e, facendo il raffronto con l’anno prima, dovrà minimo vincere. Gli auguro di riuscirci”.