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Di Francesco dalla semifinale Champions alla delusione Samp. Cagliari come Sassuolo-bis
Due anni fa, di questi tempi, Eusebio Di Francesco progettava la sua seconda stagione alla Roma. Era reduce da una semifinale di Champions League, persa lottando contro il Liverpool, e dal terzo posto in campionato alle spalle dell'irraggiungibile duo Juventus-Napoli. Tutto sembrava destinato ad andare per il meglio. Poi, tra errori suoi e di Monchi (soprattutto?), la stagione successiva non andò per il meglio. Anzi: esonerato a inizio marzo, dopo un pesante KO nel derby, ultimo atto di un'annata disgraziata anche in Champions League.
Alla Sampdoria un passo falso. A Genova, viceversa, è andato tutto storto sin dal primo minuto. Storia più recente, di una stagione iniziata decisamente male: gli scricchiolii arrivano sin dal mercato, non proprio confacente alle idee tattiche del tecnico abruzzese. Poi, solo tre punti in sette giornate e la conseguente decisione di dimettersi per chiudere un'avventura andata per il verso sbagliato.
Ora Cagliari come un Sassuolo-bis. Adesso Di Fra riparte. Da una piazza storica, con una società ambiziosa che non ha paura di sognare in grande. E non punta né a Roma né alla Sampdoria. È una sorta di ritorno al passato, da questo punto di vista, con tutte le ovvie differenze che possono esserci tra Cagliari e Sassuolo. Ma è dai campionati coi neroverdi, in fin dei conti, che Di Francesco e i rossoblù possono ripartire. Un'isola felice, questa volta isola davvero, nel calcio italiano: giovani, ma senza timore di puntare a grandi colpi. Con l'obiettivo di crescere anno dopo anno, lanciare talenti e non solo: il sesto posto della stagione 2015/2016, per esempio, è il paradigma di un obiettivo che il Cagliari si può porre. Per rilanciarsi e rilanciare il tecnico: se il mercato lo sosterrà (e in tal senso sarà bene fare tesoro degli errori nell'ultimo anno a Roma, ma anche a Genova), con Di Francesco in Sardegna ci si può divertire.
Alla Sampdoria un passo falso. A Genova, viceversa, è andato tutto storto sin dal primo minuto. Storia più recente, di una stagione iniziata decisamente male: gli scricchiolii arrivano sin dal mercato, non proprio confacente alle idee tattiche del tecnico abruzzese. Poi, solo tre punti in sette giornate e la conseguente decisione di dimettersi per chiudere un'avventura andata per il verso sbagliato.
Ora Cagliari come un Sassuolo-bis. Adesso Di Fra riparte. Da una piazza storica, con una società ambiziosa che non ha paura di sognare in grande. E non punta né a Roma né alla Sampdoria. È una sorta di ritorno al passato, da questo punto di vista, con tutte le ovvie differenze che possono esserci tra Cagliari e Sassuolo. Ma è dai campionati coi neroverdi, in fin dei conti, che Di Francesco e i rossoblù possono ripartire. Un'isola felice, questa volta isola davvero, nel calcio italiano: giovani, ma senza timore di puntare a grandi colpi. Con l'obiettivo di crescere anno dopo anno, lanciare talenti e non solo: il sesto posto della stagione 2015/2016, per esempio, è il paradigma di un obiettivo che il Cagliari si può porre. Per rilanciarsi e rilanciare il tecnico: se il mercato lo sosterrà (e in tal senso sarà bene fare tesoro degli errori nell'ultimo anno a Roma, ma anche a Genova), con Di Francesco in Sardegna ci si può divertire.
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