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Le grandi trattative della Lazio - 1997, ecco Mancini: quel '10' che cambia la mentalitàTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 20 marzo 2020, 18:30Serie A
di Riccardo Caponetti
fonte Dall'inviato a Roma

Le grandi trattative della Lazio - 1997, ecco Mancini: quel '10' che cambia la mentalità

Prima di Simone Inzaghi, soltanto un’altra persona era riuscito a vincere con la Lazio un trofeo sia da giocatore che da allenatore: Roberto Mancini. Dopo aver fatto per anni le fortune della Sampdoria, formando la storica coppia d’attacco con Vialli, nel giugno del 1997 accetta la corte biancoceleste: “Prima di andare alla Lazio, ero molto vicino all’Inter. Cragnotti però fu più svelto e mi travolse, così scelsi subito Roma e ho vinto lo Scudetto". Ha trentadue anni quando arriva a Formello, alla fine del campionato in cui viene premiato agli Oscar del calcio AIC come miglior calciatore italiano e miglior calciatore assoluto. Per la società è un colpo maiuscolo. Numero 10 sulle spalle, scarpini rigorosamente neri e colletto alzato: lui, acquistato insieme a mister Eriksson, cambia la mentalità di quella Lazio, che di lì tre anni avrebbe conquistato il tetto d'Italia e d'Europa (Supercoppa europea e Coppa delle Coppe). All'esordio con l'aquila sul petto impiega meno di un'ora per segnare il suo primo gol, davanti a un Olimpico gremito. In totale nella prima stagione va in rete per 10 volte (con 2 assist).

Che diventano 12 in quella seguente e 3 in quella dopo ancora, conclusasi con la vittoria del secondo storico scudetto laziale.

A maggio del 2000 annuncia la fine della sua carriera da calciatore e diventa vice-allenatore di Eriksson. A dicembre però torna sui suoi passi e accetta l’offerta per tornare a giocare nel Leicester, dove ci rimane soltanto per un mese prima di tornare in Italia, da tecnico, alla Fiorentina. Nell’estate del 2002 fa ritorno alla Lazio, la cui era d’oro era sulla via del tramonto. Il suo lavoro è sotto gli occhi di tutti e quella squadra, soprannominata la 'Banda Mancini', diverte e ottiene risultati: in Coppa UEFA arriva in semifinale e viene eliminata solo dal Porto di Mourinho futuro campione. Nel 2003-04 alza la Coppa Italia a Torino, pareggiando 2-2 nella gara di ritorno contro la Juventus (2-0 l’andata). In quella stessa estate si fa avanti Moratti e il Mancio accetta di trasferirsi all'Inter, a cui sette anni prima aveva preferito i biancocelesti.