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Emergenza Coronavirus. La A chiede aiuto al Governo: scommesse e diritti tv per ripartire
Un miliardo di euro di perdite da evitare. La Serie A è pronta a chiedere aiuto allo Stato per fronteggiare l'emergenza Coronavirus, con provvedimenti che non vadano a pesare sulle casse del Paese. Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, una delle proposte fatte alla Lega, che poi girerà al Governo, riguarda la cancellazione del bando pubblicitario imposto alle società di scommesse: porterebbe alla revisione del decreto Dignità, nella parte in cui vieta le sponsorizzazioni alle imprese del betting, in vigore dall’estate scorsa.
Diritti tv - Un altro argomento da trattare è quello relativo ai diritti televisivi, attualmente regolati dalla Legge Melandri e venduti per triennio: si potrebbe rivedere la forbice temporale e non cedere direttamente 2021-2024.
Legge sugli stadi - Altro oggetto di primario interesse per molti club riguarda la normativa vigente sugli stadi. Un processo di semplificazione della burocrazia aiuterebbe la costruzione di nuovi impianti, progetto a cui già lavorano diverse società.
L’industria del calcio ha bisogno di tutele: non di fondi, ma di potersi muovere attraverso vincoli meno rigidi. L’ipotesi di dover concludere in anticipo il campionato è la più pessimistica ma c’è ed è ovviamente la peggiore anche sul fronte delle ricadute economiche. Decisiva in questo caso è la questione dei diritti televisivi: senza la ripresa dei tornei il rischio è di stravolgere gli equilibri e di creare situazioni inedite e non regolate.
Diritti tv - Un altro argomento da trattare è quello relativo ai diritti televisivi, attualmente regolati dalla Legge Melandri e venduti per triennio: si potrebbe rivedere la forbice temporale e non cedere direttamente 2021-2024.
Legge sugli stadi - Altro oggetto di primario interesse per molti club riguarda la normativa vigente sugli stadi. Un processo di semplificazione della burocrazia aiuterebbe la costruzione di nuovi impianti, progetto a cui già lavorano diverse società.
L’industria del calcio ha bisogno di tutele: non di fondi, ma di potersi muovere attraverso vincoli meno rigidi. L’ipotesi di dover concludere in anticipo il campionato è la più pessimistica ma c’è ed è ovviamente la peggiore anche sul fronte delle ricadute economiche. Decisiva in questo caso è la questione dei diritti televisivi: senza la ripresa dei tornei il rischio è di stravolgere gli equilibri e di creare situazioni inedite e non regolate.
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