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#iorestoacasa - TMW consiglia: "Vincere o morire. Gli assi del calcio in camicia nera”
Come anticipato lunedì, questa settimana è a marca brizziana e dopo “Il meraviglioso giuoco” è ora il turno del secondo libro della sua trilogia sul calcio degli esordi. Parliamo di “Vincere o morire. Gli assi del calcio in camicia nera” che narra delle vicende calcistiche e non dell'Italia (e dell'Europa) fra il 1926 e il 1938.
Una narrazione in cui si intrecciano in maniera indissolubile la storia del calcio e quella del regime fascista che segnerà una delle pagine più tagiche del Paese fino all'entrata in guerra al fianco della Germania nazista. Con il ras Leandro Arpinati come figura più rappresentativa di questa commistione fra calcio e politica. Per quanto riguarda il calcio sogno gli anni del Trio delle meraviglie (Julio Libonatti, Adolfo Baloncieri e Gino Rossetti) del Torino, della Juventus del quinquennio d'oro - prima squadra a vincere cinque titoli di fila – del Bologna “che tremare il mondo fà” (in Italia e in Europa), dell'Inter, anzi Ambrosiana, di Meazza e poi delle due squadre capitoline che danno vita a derby infuocati e provano a portare il primo scudetto nella Capitale interrompendo l'egemonia nordica.
Sono anni in cui l'Italia domina in Europa e nel Mondo conquistando due titoli mondiali e un'Olimpiade di fila (1934, 1936 e 1938) sotto la guida di Vittorio Pozzo e grazie all'innesto di tanti oriundi sudamericani: Luis Monti, Enrique Guaita e Raimundo Mumo Orsi nel '34, Michele Andreolo nel '38. E poi di giocatori che hanno fatto la storia come Schiavio, Piola, il già citato Meazza, Ferraris IV, Farfallino Borel, Colaussi o Biavati, l'inventore del doppio passo arrivato fino a noi. Se questi nomi vi dicono poco o non li conoscete affatto questa può essere l'occasione giusta per approfondire e scoprire i campioni del nostro passato.
Una narrazione in cui si intrecciano in maniera indissolubile la storia del calcio e quella del regime fascista che segnerà una delle pagine più tagiche del Paese fino all'entrata in guerra al fianco della Germania nazista. Con il ras Leandro Arpinati come figura più rappresentativa di questa commistione fra calcio e politica. Per quanto riguarda il calcio sogno gli anni del Trio delle meraviglie (Julio Libonatti, Adolfo Baloncieri e Gino Rossetti) del Torino, della Juventus del quinquennio d'oro - prima squadra a vincere cinque titoli di fila – del Bologna “che tremare il mondo fà” (in Italia e in Europa), dell'Inter, anzi Ambrosiana, di Meazza e poi delle due squadre capitoline che danno vita a derby infuocati e provano a portare il primo scudetto nella Capitale interrompendo l'egemonia nordica.
Sono anni in cui l'Italia domina in Europa e nel Mondo conquistando due titoli mondiali e un'Olimpiade di fila (1934, 1936 e 1938) sotto la guida di Vittorio Pozzo e grazie all'innesto di tanti oriundi sudamericani: Luis Monti, Enrique Guaita e Raimundo Mumo Orsi nel '34, Michele Andreolo nel '38. E poi di giocatori che hanno fatto la storia come Schiavio, Piola, il già citato Meazza, Ferraris IV, Farfallino Borel, Colaussi o Biavati, l'inventore del doppio passo arrivato fino a noi. Se questi nomi vi dicono poco o non li conoscete affatto questa può essere l'occasione giusta per approfondire e scoprire i campioni del nostro passato.
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